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Cronaca Locale
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Malafede, una villa romana dove deve sorgere la galleria della Colombo

18 gennaio 2019 | 09:12
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Una villa romana d’epoca imperiale nascosta tra i rovi rischia di essere cancellata dalla realizzazione del tunnel. L’interrogazione di Laboratorio Civico

Malafede – Si scorgono muri in opus reticolatum e vari ambienti nella villa romana che in passato è stata interessata dall’asportazione di preziosi mosaici da parte della Soprintendenza archeologica. Potrebbe essere l’ostacolo che rallenta la realizzazione della galleria o, se ignorata dalle istituzioni, il reperto da far sparire in fretta.

L’oggetto delle attenzioni da parte dei volontari di Laboratorio Civico e dei ricercatori dilettanti che fanno capo ad un esperto, Domenico Raucci, è una villa romana che si trova proprio dove è stato istallato il cantiere per la realizzazione del nuovo svincolo di via di Malafede sulla via Cristoforo Colombo. I reperti, in discreto stato di conservazione ma sommersi da vegetazione e rifiuti, si trovano in una depressione proprio all’incrocio sul lato in direzione di Ostia.

ilfaroonline.it è andato con le proprie telecamere per documentare l’importante reperto che se non valorizzato rischia di essere distrutto dalle ruspe dell’impresa che si occupa dell’opera. Vincitore dell’appalto è l’associazione temporanea di imprese Gruppo Schina consorzio stabile con M.G.M. Spa. Il costo dell’intervento è di 6,418 milioni più 350mila euro di oneri per la sicurezza (28,819% di ribasso rispetto la base d’asta di 9,367 milioni): il cantiere dovrà durare un massimo di 304 giorni (44 settimane). In realtà sono già trascorsi 14 mesi dall’affidamento dell’area per i saggi archeologici e per la bonifica dei residuati bellici.

La galleria che si andrà a costruire sulla via Cristoforo Colombo

La galleria che si andrà a costruire sulla via Cristoforo Colombo

L’opera consiste in un sottopasso lungo 61 metri e una rotatoria di superficie per le immissioni sulla via Cristoforo Colombo attraverso rampe lunghe ciascuna 250 metri. Gli archeologi hanno sempre sottolineato l’esistenza di reperti archeologici in zona. Di quella e di altre ville ne parla il grande archeologo Rodolfo Lanciani riferendone, da ultimo nel diario di una gita reale del 5 marzo 1913, cita mosaici ma anche sepolture e reperti preziosi. Tema ripreso poi da Luigi Pigorini nel novembre dello stesso anno.Il Bollettino d’Arte del 1961 descrive mosaici distaccati e conferiti al Museo Nazionale Romano. In epoca più recente Dario Cologgi, ricercatore e autore del volume “Ostium, una città nella città” ribadisce “la presenza nell’area di importanti presenze storico-archeologiche ben documentate ma mai scavate e francamente non si capisce perchè si debba realizzare un’opera così invasiva”.

Il sistema di svincoli previsti dal progetto comunale

Il sistema di svincoli previsti dal progetto comunale

Alla luce della vicenda Franco De Donno, capogruppo di Laboratorio Civico nel X Municipio, ha presentato una seconda interrogazione alla minisindaca Giuliana Di Pillo, diretta anche al ministro Toninelli ed alla sindaca Raggi, dopo che la prima datata 29 ottobre 2018 era rimasta inascoltata e senza risposta. “Stante la presenza di ville romane del 1° secolo con mosaici, opus reticolatum, terme ecc – scrive De Donno – si chiede che venga consegnata copia definitiva del progetto, che anche per tale progetto si proceda alla valutazione costi-benefici di tale opera, visto già quanto realizzato con il sottopasso di Acilia (anno 1991) con conseguente interruzione dell’antica via Ostiense, direzione Ostia, dopo circa Duemila anni dalla sua costruzione in età imperiale di Roma e prima strada verso il mare, senza alcun beneficio per la viabilità“.