La recensione

La casa di Jack, Lars Von Trier racconta la crudeltà umana

10 marzo 2019 | 08:21
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La casa di Jack, Lars Von Trier racconta la crudeltà umana

L’ultima fatica filmica di Lars Von Trier, presente già nelle sale, racconta la vita del serial killer attraverso 5 incidenti

CINEMA – Dopo il lungo e complesso lavoro svolto con Nymphomaniac nel 2013, il regista Danese Lars Von Trier ritorna in carreggiata portando sugli schermi il suo ultimo capolavoro: La Casa di Jack. Un film ricco dell’essenza di Lars Von Trier che accompagna lo spettatore verso quel tunnel di misticismo e di violenza che solo Von Tirer sa regalare.

La storia è di Jack, un ingegnere ma anche un architetto, un artista, un vero e proprio servo dell’arte. Jack ha un progetto, vuole costruire una casa ma non una casa qualunque, la sua casa. La casa dei suoi sogni, che non riece a completare perchè si trova alla continua ricerca del giusto materiale.
La sua anima è tormentata e il serial killer sfoga la frustrazione con il suo compagno di viaggio, Virgilio. Un uomo paziente e sicuro, ma terrificato da Jack. Un viaggio nell’ignoto con un cammino che si rivelerà essere sempre più oscuro. 5 racconti, 5 incidenti dove Jack racconta a Virgilio la sua passione per la vera arte.

Il film è un lontano rimando alla storia di Jack Lo Squartatore, che nel quartiere di Whitechapel uccise 5 prostitute. Nell’America anni 70 il Jack, folle e schiavo delle sue ossessioni, racconta il suo delirio attraverso 5 incidenti. In questi 5 incidenti assistiamo alla crudeltà del protagonista, alle sue azioni e ai suoi disturbi da ossessivo compulsivo che lo tormentano. In questa follia Jack ritrova la sua pace interiore nell’infliggere sofferenza e morte al prossimo, pura crudeltà. Lars Von Trier e Jack affascinano lo spettatore con la violenza manifestata sotto forma di arte immortale.

L’arte intesa come unica forma di libertà di un essere umano intrappolato in una vita di sofferenze continue. Per Jack infatti la vera libertà dell’essere umano sta nell’esprimere la sua crudeltà nella forma più pura. E’ questo il vero atto di ribellione, il vero atto umano: la totale assenza di umanità. Abbracciare ogni forma di istinto ed annullare tutte le regole che impongono la civiltà ad una vita da “schiavo”. Solo quando si raggiunge questo stato si apprezza la vera forma dell’arte. Ed è questo che fa Jack, abbraccia la sua crudeltà e la manifesta in un arte macabra e rivoltante, che per il protagonista è l’essenza vera della vera arte.

Il film vanta di un interpretazione attoriale sopra le righe, un Matt Dillon come mai visto prima. Folle, geniale e maniaco accompagnato dalla calma e la saggenza di Virgilio, interpretato dal compianto Bruno Ganz. Un regia impeccabile che si alterna con una fantastica visione di opere d’arte e riferimenti di un eccezionale profondità. Il tutto misto ad una violenza brutale e incredibilmente affascinante. La Casa di Jack è un altro capolavoro del regista Danese che non si smentisce. Esagerato, visivamente impeccabile, folle e geniale. L’essenza pura e semplice dell’arte di un regista visionario e instancabile.

(Il Faro on line)