Il Fatto |
Interni
/

Zingaretti indagato per finanziamento illecito

19 marzo 2019 | 23:34
Share0
Zingaretti indagato per finanziamento illecito

Lo rivela “L’Espresso”. Il neo-leader del Pd: “Confido nella giustizia”. L’attacco del M5S: “Lasci la poltrona”

Roma – Eletto da 48 ore alla guida del Pd e arriva la prima tegola per Nicola Zingaretti. Secondo una anticipazione dell’Espresso il segretario sarebbe indagato per finanziamento illecito. Una indiscrezione che nasce da interrogatori segreti svolti nell’ambito di un’indagine su casi di corruzione al Consiglio di Stato.

Secondo il settimanale diretto da Marco Damilano, il leader Dem avrebbe ricevuto soldi “assolutamente” non leciti da un presunto lobbista, Fabrizio Centofanti, un imprenditore in buoni rapporti con il presidente della Regione Lazio.

Inevitabile lo scossone nel partito del Nazareno, e nel resto della politica. Ad approfittarne, il Movimento 5 stelle che va all’attacco: “Il Pd perde il pelo ma non il vizio”, è il coro dei commenti a pochi minuti dalla notizia. Il neosegretario Dem si difende (“Mai ricevuto finanziamenti illeciti”), confida nella giustizia e ribatte: “Non mi faccio intimidire dalle bassezze del M5s”.

A indagare sul governatore sono il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Stefano Fava. L’inchiesta prende spunto dagli interrogatori inediti degli avvocati siciliani Piero Amara e Giuseppe Calafiore, arrestati nel febbraio 2018 per corruzione in atti giudiziari e che un mese fa hanno patteggiato 3 e 2,9 anni a testa.

In particolare, nel luglio scorso Calafiore parla ai magistrati di Centofanti, arrestato nel 2018 e in attesa di processo. Lo definisce un lobbista con molti ‘agganci’ a Roma, tra politici e Consiglio superiore della magistratura.

A questo punto, l’avvocato siciliano riferisce che Centofanti “era sicuro di non essere arrestato perché riteneva di essere al sicuro, in ragione di erogazioni che lui aveva fatto per favorire l’attività politica di Zingaretti“.

Soldi leciti, chiedono i pm? “Assolutamente no, per quanto mi diceva – risponde – Non so con chi trattava tali erogazioni. Lui mi parlava solo di erogazioni verso Zingaretti. Mi disse che non aveva problemi sulla Regione Lazio, perché Zingaretti era a sua disposizione”.

I 5 Stelle chiedono chiarimenti e contemporaneamente un passo indietro. “Abbia il pudore di mollare la nuova poltrona“, sentenzia il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. E il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli gli ricorda: “Non deve risposte al M5s, ma all’opinione pubblica e ai cittadini che hanno creduto in lui”.

La replica di Zingaretti

Parole inutili per Zingaretti, che replica: “In merito all’articolo dell’Espresso sulla mia iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma per un presunto finanziamento illecito, voglio affermare di essere estremamente tranquillo perché forte della certezza della mia totale estraneità ai fatti che, peraltro, sono stati riferiti come meri pettegolezzi ‘de relato’ e senza alcun riscontro, come affermato dallo stesso articolo del settimanale”.

Il segretario del Pd esprime fiducia nella giustizia e non si farà “intimidire dalle bassezze del M5S”. “Mai nella mia vita ho ricevuto finanziamenti in forma illecita e attendo quindi con grande serenità che la giustizia faccia tutte le opportune verifiche per accertare la verità“, prosegue il governatore del Lazio.

“Quanto al Movimento 5 Stelle e alle loro scomposte dichiarazioni: comprendo la loro disperazione per il disastro politico che stanno combinando, per essere da mesi succubi del loro alleato di governo, per essere in caduta libera nel gradimento dei cittadini e per le batoste elettorali avute in Abruzzo e Sardegna”, aggiunge.

“Ma se pensano di aggrapparsi alle fantasie di qualcuno sbagliano di grosso – conclude Zingaretti -. Non mi faccio intimidire da chi utilizza queste bassezze. Se ne facciano una ragione“.

(fonte Ansa)