IL MEETING |
Cronaca Locale
/

Silvio Garattini: “Gravi pericoli dalla diffusione della cannabis”

3 aprile 2019 | 20:42
Share0

Lezione magistrale da parte del professor Silvio Garattini al convegno della Asl Roma 3 sulla cannabis. Andrea Balbi: “Urgente diffondere il messaggio nelle scuole”

Ostia – Con la cannabis c’è poco da scherzare: è molto pericolosa sotto tutti i punti di vista. Parola di Silvio Garattini, scienziato e presidente dell’istituto Mario Negri, ma anche degli altri autorevoli relatori che si sono alternati al congresso della Asl Roma 3 “Miti e realtà dell’uso di thc“.

Sala Sinibaldidell’ospedale G.B. Grassi gremita oltre ogni possibile capienza oggi, mercoledì 3 aprile, per la prima delel due giornate del convegno “Miti e realtà dell’uso di Thc e delle dipendenze comportamentali nei giovani“. Eminenti studiosi della materia si sono alternati al tavolo della presidenza per descrivere i micidiali effetti della cannabis, sia sotto forma di marijuana che di hashish.

L’intervento che ha descritto scientificamente, con dettaglio sugli innumerevoli studi clinici effettuati in ogni parte del mondo, è stato senza meno quello d’apertura affidato al professor Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’istituto “Mario Negri” nonchè membro dell’Aifa in Consiglio d’amministrazione. “Questi prodotti da cannabis – sottolinea Garattini – non sono prodotti che si possono definire leggeri perchè producono danni molto importanti ai giovani e sono in qualche modo la porta aperta per ricorrere ad altri tipi di droga quando avviene una forma di assuefazione ovvero alla diminuzione della loro attività. Non dimentichiamo che nei giovami il cervello è in via di sviluppo e quindi i danni sono maggiori proprio perchè la presenza di una sostanza chimica perturba il sistema quando è in via di definizione“.

In Italia – specifica lo scienziato del farmaco – oltre duemila negozi vendono questi prodotti e lo fanno con l’idea che non vengano utilizzati per scopi umani però, di fatto, chi li compra non sappiamo cosa se ne fa. E’ un po’ ridicolo che si vendano inflorescenze di vari tipi di cannabis per i collezionisti. E’ chiaro che i collezionisti saranno molto pochi. Quelli che ne abusano saranno molti di più“.

Nel corso del suo intervento Garattini si è soffermato, prove scientifiche alla mano, i diversi effetti collaterali nell’uso continuato della cannabis, a partire dagli effetti sul sistema nervoso, dalla minor capacità di concentrazione e di ragionamento, fino ad arrivare anche a forme pesanti di psicosi e schizofrenia. C’è poi un’ulteriore estensione degli effetti indesiderati: il cancro del testicolo (leggi qui l’articolo). “I tumori al testicolo – evidenzia il farmacologo – sono stati evidenziati recentemente: il consumo di cannabis fa crescere il rischio mediamente di oltre il doppio in uomini non fumatori. Poi ci sono altri aspetti molto importanti come anomalie nella struttura cerebrale“.

Non va sottovalutato che la clinica ha dimostrato effetti farmacologici del Thc nella cefalea più resistente, nell’epilessia, nel tremore e in alcune forme di dolore ma Garattini obietta che “è un altro campo che non ha niente a che fare con questo: se i principi della cannabis possono essere utili per le malattie ben vengano ma va detto che per ora le prove sono molto aneddotiche e limitate.

Per contrastare la sempre più crescente diffusione della cannabis tra i giovani (impressionanti i risultati delle analisi sulle acqua reflue delle scuole mostrati nel convegno) bisogna attuare una efficace forma di informazione e comunicazione. “Bisogna partire – conclude Garattini – dal comunicare che l’idea che ‘è soltanto una canna’ è un’idea sbagliata. Bisogna che i giovani capiscano questo e si può ottenere in vari modi, sia aumentando molto l’informazione nell’ambito dei social network sia creando all’interno delle scuole gruppi di giovani che capiscono l’importanza del problema e che si danno da fare per coinvolgere gli altri giovani dopo essere stati adeguatamente formati sui danni che induce la cannabis. Sono i giovani che devono parlare con i giovani“.

Il colonnello dei carabinieri Giorgio Stefano Manzi, Docente di tecniche investigative presso la Scuola Ufficiali Carabinieri, ha evidenziato nel suo intervento le difficoltà che incontrano le forze dell’ordine con l’attuale legislazione nell’individuare la dose personale e altri parametri legati alla quantità di canapa che si può coltivare in proprio. Tema ripreso e amplificato anche dalla viceprefetto Serafina Mascolo dell’Ufficio Territoriale del Governo e i giudici del Tribunale Minorenni di Roma Federico Falzone e Manfredonia.

Un momento del convegno sulla cannabis alla Asl Roma 3

Un momento del convegno sulla cannabis alla Asl Roma 3

Carla Scarfagna, responsabile della Comunicazione per la Asl Roma 3, ha approfondito gli aspetti legati all’informazione sulle droghe leggere nei mass media  e all’apologia del comportamento deviante e del Thc facendo riferimenti concreti alle iniziative di Vincenzo Muccioli (Comunità di San Patrignano) e al caso di Stefano Cucchi. A seguire la rappresentante del Ministero della Salute, Liliana La Sala, ha evidenziato gli sforzi della sanità nazionale nel contesto internazionale.

Soddisfazione per i lavori è stata espressa nel corso del suo messaggio di saluto dal direttore generale della Asl Roma 3, Vitaliano De Salazar, che ha ricordato l’impegno della sanità pubblica del litorale nel contrasto e nel trattamento delle tossicodipendenze. Dal 2017, infatti, la Asl Roma 3 ha stilato un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) sulle Fragilità correlate alle Dipendenze: pazienti Minori e Giovani Adulti – 13/22 anni – con problematiche psicopatologiche e psichiatriche legate alla Dipendenza, da sostanza e/o comportamentale, e le loro Famiglie.

Ci stiamo collegando – ribadisce Andrea Balbi, direttore DSM della Asl Roma 3 e co-direttore scientifico del convegno con la psicologa Sandra Berivisempre più con le scuole per determinare un lavoro integrato di sostegno ai professori oltre che di informazione sicuramente l’idea di formare i ragazzi nell’ottica di una peer education potrebbe essere una delle aree in cui stiamo cercando di svilupparci. Sicuramente c’è una importazione della direzione generale di questa asl di riattivare dei percorsi sanitari sui ragazzi per offrire un supporto medico-sanitario dato che sappiamo che dopo l’infanzia e prima dell’età adulta c’è un vuoto di richieste: i ragazzi se non hanno problemi non vanno dai medici e spesso non si informano su canali adeguati“.

Il convegno vivrà la sua seconda giornata domani, giovedì 4 aprile. Il programma prevede interventi del del prof. Luigi Janiri (Uso problematico di internet), del prof. Marco Cacioppo (Funzionamento familiare, stili di attaccamento e utilizzo problematico di internet negli adolescenti. Quale relazione?), del prof. Stefano Ferracuti (Le problematiche del consenso informatico negli adolescenti) e di altri illustri clinici.