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Ostia, “Erosioni” di Oreste Casalini: allo Sporting arte e riflessioni sui sentimenti

15 aprile 2019 | 10:26
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Ostia, “Erosioni” di Oreste Casalini: allo Sporting arte e riflessioni sui sentimenti

Presso lo Sporting Beach, stabilimento per metà spiaggia e per metà galleria d’arte, le opere di Oreste Casalini fino al 5 maggio. Ingresso gratuito

Ostia – Allo Sporting Beach, stabilimento per metà spiaggia e per l’altra galleria d’arte, vanno in scena le ”Erosioni”. Non quelle alle quali è sottoposta storicamente la costa tirrenica bensì quelle psichiche e quelle materiali, cui siamo esposti e che dalla ”materia povera e inerte di cui siamo fatti” offrono una possibilità di riscatto nella bellezza. Ma anche nel suo opposto, la rovina e il disfacimento.

È il viaggio della nuova personale di Oreste Casalini, artista napoletano negli anni già protagonista alla Biennale di Architettura di Venezia, Roma, più volte al Castello di Rivara, Dresda e alla Kandinskij House a Mosca. E che dal 14 aprile al 5 maggio sarà con la personale ”Erosioni” allo SBA Sporting Beach Arte, la giovane galleria dedicata all’arte contemporanea nata sulla spiaggia di Ostia, negli spazi dello storico stabilimento balneare di lungomare Amerigo Vespucci 6, che dal 2016 promuove mostre e artisti sui temi legati all’ambiente naturale e sociale (di pochi giorni fa, la performance collettiva Terzo Paradiso/Sulla sabbia di Ostia di Michelangelo Pistoletto).

Una delle opere di reste Casalini esposte allo Sporting Beach

Una delle opere di reste Casalini esposte allo Sporting Beach

Questa volta lo SBA mette in gioco il suo spazio esterno, tra mare e cielo, su quella spiaggia nera e ferrosa che il Mito vuole vide lo sbarco di Enea. E così, nella lunga residenza invernale di Casalini, la sabbia, il sale marino, l’acqua o i frammenti di legno levigati dal mare sono diventati ispirazione e materia d’arte. Quattro i gruppi di opere che incarnano le sue Erosioni raccontando storie lontane quanto l’orizzonte. Ci sono gli Eroi, grandi figure scure dalle forme ormai smussate, che campeggia sulla spiaggia di fronte alle onde. Le Pozzanghere, serie di pannelli di sabbia in cui la superficie dell’acqua riflette il cielo (ma, chissà, anche volti e figure custoditi dal mare). Poi i Sopravvissuti, tra sculture in sabbia e legno, le cui forme classiche sono stravolte dal tempo fino ad assumere forme inaspettate, ma anche grandi figure che galleggiano nella piscina rimandando ai calchi delle vittime di Pompei e di altre tragedie. Fino alle Ricostruzioni, due grandi colonne ricostruite secondo una anastilosi arbitraria a raccontare il momento successivo alla catastrofe, il cosa fare dopo la distruzione, recuperando il passato per tradurlo in presente.

Una delle opere di Oreste Casalini sulla spiaggia dello stabilimento Sporting Beach

Una delle opere di Oreste Casalini sulla spiaggia dello stabilimento Sporting Beach

Ad approfondire la riflessione sull’erosione e sulla sopravvivenza, dei sentimenti, del corpo, dell’uomo e dei ricordi, allo SBA sono poi anche i lavori degli studenti del Biennio della RUFA – Ludovica Baldini, Valentina Marino, Hamida Sager, Ellen Wolf e Sara Zanin – nel progetto site specific Quel che rimane, disseminato in vari luoghi della struttura da scoprire attraverso una mappa. Casalini nei giorni scorsi è stato protagonista anche al Macro Asilo – Museo d’arte contemporanea di Roma con una conferenza/performance collettiva per gli Autoritratti del Macro sul concetto di Arte e per una settimana di Atelier in cui ha lavorato a una speciale installazione con le sue carte dipinte, e mai esposte, dal 1989 al 2019.