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Messa in Coena Domini, il Papa si inginocchia e lava i piedi a 12 detenuti

18 aprile 2019 | 19:00
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Messa in Coena Domini, il Papa si inginocchia e lava i piedi a 12 detenuti

Il Pontefice ai carcerati: “La logica del Vangelo è il servizio reciproco”

Velletri – “Il vescovo non è il più importante, deve essere il più servitore e ognuno di noi deve essere servitore degli altri”. Così il Papa si è rivolto ai detenuti del carcere di Velletri, alle porte di Roma, dove ha celebrato la messa in Coena Domini. Servire, questo il verbo più volte ripetuto dal Papa che ha chiesto di evitare “l’ambizione di chi domina o calpesta l’altro”.

Quindi Francesco ha ripetuto il gesto della lavanda dei piedi, inginocchiandosi, lavando e baciando i piedi a dodici detenuti. Ma soprattutto guardando negli occhi ciascuno di loro. Delle persone chiuse nel carcere a ricevere il simbolico gesto del Papa, nel Giovedì Santo, c’erano nove italiani, un brasiliano, uno della Costa d’Avorio e uno del Marocco.

L’accoglienza è stata calorosa, entusiasta con applausi ripetuti al pontefice. Nella messa poi si è fatto riferimento ai diversi suicidi che si sono verificati nell’istituto penitenziario. Durante la preghiera dei fedeli si è pregato infatti per i “fratelli più fragili”, quelli che hanno perso la vita in carcere.

Ma anche per coloro che sono arrivati da lontano, magari con il sogno di una vita migliore rispetto a quella che lasciavano e che invece oggi costituiscono la gran parte della popolazione carceraria di quell’istituto. E’ un carcere, quello di Velletri, diretto da donne che non hanno esitato a sottolineare la drammaticità della situazione e le difficoltà enormi dovute al sovraffollamento, alle carenze d’organico e alla scarsità di risorse, come detto dalla direttrice della struttura penitenziaria, Maria Donata Iannantuono.

E lei al Papa ha parlato della difficoltà quotidiana di garantire, in un contesto del genere, non solo i diritti dei detenuti ma anche quelli delle persone che vi lavorano. Il messaggio del Papa è stato dunque incentrato sul servizio, come anche aveva fatto anche questa mattina alla messa del Crisma nella basilica di San Pietro (leggi qui).

Il Pontefice qui ha invitato i sacerdoti della sua diocesi, quella di Roma, a spendersi per gli altri senza riserve: “Ungiamo sporcandoci le mani, toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente; ungiamo profumandoci le mani toccando la loro fede, le loro speranze, la loro fedeltà e la generosità senza riserve del loro donarsi. Colui che impara a ungere e a benedire si sana dalla meschinità, dall’abuso e dalla crudeltà”.

Poi, come di consueto, ha pranzato con dieci di loro, ospiti del cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Tra i temi del pranzo anche una delle piaghe di una città grande come Roma: l’isolamento che è a pieno titolo una delle nuove ‘povertà’“.

(fonte Ansa)