“Ecco come nacque il personaggio Massimo Marino e ViviRoma tv”

20 aprile 2019 | 16:55
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Vincenzo Marinangeli per 12 anni cameraman al ViviRoma tv racconta come iniziò il successo di Massimo Marino. I funerali martedì 23 a piazza del Popolo

Roma – “Nacque tutto per caso ma c’era tanta professione in quello che si faceva: Massimo Marino è diventato un personaggio grazie al suo coraggio e al suo anticonformismo“.

All’indomani della scomparsa di Massimo Marino (in questo articolo il dettaglio), il conduttore del mondo trash della notte sulle televisioni private, Vincenzo Marinangeli racconta come iniziò la costruzione del personaggio che sarebbe stato amato da due giganti della cinematografia italiana, Carlo Verdone e Carlo Vanzina (nel video di coda la sua partecipazione nel film Un’estate al mare). Questo è il ricordodi Carlo Verdone di quella esperienza cinematografica.

Intanto chi è Vincenzo Marinangeli. Nato professionalmente presso l’emittente locale Canale 10 di Ostia, è un cameraman di successo oltre che produttore di video e di campagne pubblicitarie. Ha lavorato con la televisione La7 e per dodici anni è stato l’operatore di Massimo Marino, il famoso Viciè delle battute al vetriolo del conduttore cult.

Vincenzo Marinangeli, a sinistra nella foto, con Massimo Marino, di profilo con il microfono in mano

Vincenzo Marinangeli, a sinistra nella foto, con Massimo Marino, di profilo con il microfono in mano, ed Ettore Rossi al centro

Tutto cominciò quasi per caso – racconta Vincenzo, ancora commosso per la scomparsa di Massimo – Era il 1996 e come operatore andai a effettuare un servizio presso il locale La Bocca di Roma per una performance di body painting di Mr Ferdy. Conobbi lì Massimo Marino. Era l’editore di ViviRoma magazine nel senso che faceva tutto lui: scriveva, raccoglieva la pubblicità e distribuiva il giornale. Mi disse che voleva portare la sua rivista in televisione e trasformarla in una trasmissione. E insieme con un altro paio di operatori, Flavio Nobile, Ettore Rossi e Fabrizio Monti, iniziammo l’avventura“.

L’esordio, però, non andò per il verso giusto. “Dopo i tre mesi estivi Massimo era scoraggiato e voleva fermarsi lì: la trasmissione non aveva appeal. Insieme ci mettemmo a tavolino e scoprimmo cos’è che non andava – prosegue Marinangeli – A quei tempi il mondo della notte di Roma era già raccontato da altre trasmissioni. C’erano, ad esempio, ‘I falchi della notte” capitanata da Riccardo Modesti e ‘La dolce vita” di Marco Polidori. Loro in giacca e cravatta entravano nelle discoteche e facevano le loro interviste video. Massimo stonava in quell’ambiente in giacca e cravatta, appariva troppo affettato, uno dei tanti. Così si decise di dare sfogo alla sua naturalezza, alla sua spontaneità. E partimmo con una serie di tormentoni, cucendo su misura, sulla sua persona, il nuovo tentativo di ViviRoma“.

Massimo Marino, a sinistra, con Vincenzo Salemme, Massimo Boldi e Enzo Salvi sul set di "A Natale mi sposo" (2010)

Massimo Marino, a sinistra, con Vincenzo Salemme, Massimo Boldi e Enzo Salvi sul set di “A Natale mi sposo” (2010)

Uno dei tormentoni che attecchì subito era il famoso ‘a frappè’. “Anche in questo caso fu frutto una trovata casuale – ricorda Vincenzo – Era carnevale e stavamo girando un servizio in una cornetteria. Gli scappò quel motto a chiusura dell’intervista. Era originale e decidemmo di adottarlo per ogni chiusura di servizio. Poi arrivarono la volèe, ovvero la piroetta per far mostrare il lato B dell’intervistata, il povcino con la erre moscia, i nomignoli agli intervistati come Gianfry, Bistefani o Pino il caciottaro e tante altre trovate. Una su tutte fece esplodere la trasmissione: i messaggi vocali alla segreteria telefonica. Quel pazzo aveva pubblicato il suo numero di casa e riceveva telefonate tutta la notte. Centinaia e centinaia di messaggi ma Massimo mandava in onda solo quelli più duri e negativi nei suoi confronti. Serviva per spaccare ancora di più conformismo e il deja vu tivvù“. Un ‘sistema’ che sopravvive e viene alimentato quotidianamente tuttora dalla trasmissione La Zanzara di Cruciani e Parenzo a Radio 24.

Che tipo era Massimo? “Era un grande professionista e una bella persona – risponde deciso Vincenzo Marinangeli – Una persona umile e precisa, per esempio quando si trattava di pagare i compensi ai suoi collaboratori. Conosceva bene i suoi limiti e non ne faceva mistero ma svanivano davanti al suo impegno meticoloso. Ovviamente davanti alla telecamera forzava molto il personaggio per fare presa sul suo pubblico. Era adorato dagli spettatori e benvoluto dalla fauna di personaggi che gravitava nel mondo della notte. Non c’era persona che non lo apprezzasse e non lo amasse per la sua spontaneità. Una figura che rompeva gli schemi, era un protagonista anti-sistema, che si mostrava dalla parte della gente semplice“.

Per chi volesse dare un ultimo saluto a Massimo, le esequie si svolgeranno martedì 23 aprile alle ore 15.00 presso la Chiesa degli Artisti (Basilica di Santa Maria in Montesanto) a Piazza del Popolo.