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Trovati morti pecore e agnellini, l’Apac denuncia: “Potrebbero essere stati i lupi”

6 maggio 2019 | 15:00
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Trovati morti pecore e agnellini, l’Apac denuncia: “Potrebbero essere stati i lupi”

Secondo le prime ipotesi, potrebbero essere stati i lupi. Non si esclude, però, una seconda possibilità: ibridi/meticci di lupo e cane.

Minturno – La denuncia è arrivata dai canali social dell’Apac (Alleanza dei pastori aurunci e ciociari): a Solleciano, una frazione di Minturno, il primo maggio, sono state trovate morte 3 pecore, con i loro tre rispettivi agnellini. Con altri 2 agnellini scomparsi.

A ritrovarle – come dimostrano le foto, che riportiamo solo in parte-, all’interno del loro stesso recinto, gli stessi pastori. All’amara scoperta, si è aggiunto anche un altro dato: tutte presentavano le stesse ferite alla gola.

Secondo le prime ipotesi, lanciate dagli stessi pastori, potrebbero essere stati i lupi. Non si esclude, però, una seconda possibilità: ibridi/meticci di lupo e cane.

L’Apac, nel post, infatti, sottolinea: “Come confermato da esperti che fanno capo alla Rete Pastorizia Italiana (Appia), il fenomeno degli accoppiamenti tra lupo e cane (in genere una lupa femmina isolata dal branco di origine e cani vaganti maschi) si riscontra in modo preponderante soprattutto in quelle aree/regioni ove coesistono una situazione di scarso controllo del randagismo e la presenza di branchi di lupi destrutturati o con femmine isolate in dispersione.

Il problema, anche in questo caso, è a duplice taglio: da una parte l’ibridazione può diventare un rischio per la specie lupo, dall’altra la presenza di elevati numeri di cani vaganti rappresenta un pericolo in più per gli animali al pascolo.”

E ancora, sottolinea l’antropologo Novellino: “Esiste un enorme vuoto legislativo sulla questione ibridi/meticci, e le istituzioni non sanno come affrontare il fenomeno.

Non abbiamo una legge che ci dica quanta percentuale di DNA di lupo deve avere un canide per essere protetto alla stregua di un lupo o trattato da ‘cane randagio’ (ovvero catturato e collocato in canile).

In assenza di riferimenti legislativi – conclude la nota-, anche gli allevatori sono lasciati soli ad affrontare un problema che sta diventando ormai una ‘patata bollente’ per le istituzioni locali e per i Parchi.”

(Il Faro on line)