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Popolari per l’Italia: “Pensioni d’oro, riforma necessaria ma senza ipocrisie elettorali ”

19 maggio 2019 | 11:13
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Popolari per l’Italia: “Pensioni d’oro, riforma necessaria ma senza ipocrisie elettorali ”

“Una riforma seria del sistema, che guardi all’intera Europa in maniera equilibrata, non è più rinviabile”.

Roma – “Il problema della nostra nazione, da sempre, è la mancanza di memoria. E non mi riferisco solo ai drammi vissuti nel lontano passato, ma anche alle recenti iniziative di governo che hanno provocato lo sfacelo al quale assistiamo oggi, a chi le ha volute e votate”.

Lo afferma Antonfrancesco Venturini, capolista dei Popolari per l’Italia e vicepresidente, alle prossime elezioni europee, nel collegio Italia Centro.

“Mi riferisco – prosegue – al tema delle cosiddette pensioni d’oro e delle iniziative che le riguardano: l’Inps sta applicando circolari che prevedono almeno 35 anni di contributi effettivi per andare in pensione, escludendo dunque i contributi figurativi per disoccupazione e malattia. In sostanza, viene graziato dai tagli chi ha cumulato i contributi, penalizzando chi ha pagato per ricongiungere i propri versamenti.

In sostanza, invece di tagliare con precisione chirurgica le pensioni d’oro, vengono colpiti tanti normalissimi lavoratori pensionati. Per noi Popolari per l’Italia questo è inaccettabile, nello spirito di giustizia sociale che è nel nostro Dna.

Era il 16 dicembre 2011 quando alla Camera dei Deputati passò la Riforma Fornero, voluta dalla sinistra, e tra i 393 voti favorevoli c’era anche quello di qualcuno che oggi si ritiene paladino dell’abolizione della Legge Fornero. Una presa in giro possibile solo perché in Italia ci si dimentica dei fatti e ci si accontenta delle parole.

Le riforme vanno fatte con cura, e colpire le pensioni d’oro, quelle vere, è sacrosanto; l’alto livello di disoccupazione ed i dati allarmanti sulla povertà giovanile – un tema collegato – sono riconducibili anche alle caratteristiche della spesa per la protezione sociale che in tutta Europa è fortemente sbilanciata sulle pensioni.

Dunque una riforma seria del sistema, che guardi all’intera Europa in maniera equilibrata, non è più rinviabile; ma senza dilettantismo né ipocrisie elettorali”.