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Nullità del matrimonio, la Chiesa riforma le regole ma i vescovi non le applicano: l’ira del Papa

20 maggio 2019 | 18:53
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Nullità del matrimonio, la Chiesa riforma le regole ma i vescovi non le applicano: l’ira del Papa

Il Pontefice apre i lavori della 73ma assemblea plenaria della Conferenza Episcopale Italiana: “No a un elevato costo per nullità”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano –  “Sono ben consapevole che voi, nella 71ma assemblea generale della Cei e attraverso varie comunicazione, avete previsto un aggiornamento circa la riforma del regime amministrativo del tribunali ecclesiastici in materia matrimoniale. Tuttavia mi rammarica constatare che la riforma, dopo più di quattro anni, rimane ben lontana dall’essere applicata nella grande parte delle diocesi italiane“.

Papa Francesco apre i lavori della 73ma Assemblea generale della Cei, e lo fa bacchettando i vescovi, denunciando la mancata applicazione delle riforme approvate dagli stessi presuli circa la nullità del sacramento matrimoniale.

Il Pontefice ribadisce che il suo rescritto del dicembre 2015 ha abolito il Motu Proprio di Pio XII del 1938, che istituiva i tribunali ecclesiastici regionali in Italia, auspicando che l’applicazione dei due Motu Proprio sulla riforma del processo matrimoniale, Mitis Iudex e Mitis et Misericors Jesus, “trovino piena e immediata applicazione in tutte le diocesi dove ancora non si è provveduto”.

“No a costi elevati per la nullità”

“Non dobbiamo mai dimenticare che la spinta riformatrice del processo matrimoniale canonico, caratterizzata da prossimità, gratuità e celerità delle procedure, è volta a mostrare che la Chiesa è madre e ha a cuore il bene dei propri figli – il monito di Francesco – che in questo caso sono quelli segnati dalla ferita di un amore spezzato, e pertanto tutti gli animatori dei tribunali devono agire perché questo si realizzi e non anteporre null’altro che possa impedire o rallentare la riforma”.

“Il buon esito della riforma del processo matrimoniale canonico passa attraverso la conversione delle strutture e delle persone – ribadisce Bergoglio – Non permettiamo che l’intervento di alcuni avvocati o la paura di perdere il potere di alcuni vicari giudiziali freni o ritardi la riforma”.

I tre processi

Con i due Motu Proprio, ricorda il Santo Padre, sono stati riordinati tre tipi di processo: ordinario, breviore, documentale. “L’esigenza di snellire le procedure ha condotto a semplificare il processo ordinario con l’abolizione della doppia decisione con forma obbligatoria – sottolinea -. D’ora in poi, se non si appella la prima sentenza che dichiara la nullità matrimonio, diventa esecutiva”.

Il processo breviore, invece, è da applicarsi nei casi in cui “l’accusata nullità di matrimonio è sostenuta dalla domanda congiunta dei coniugi e da argomenti evidenti, essendo il processo di nullità matrimoniale di rapida dimostrazione”.

La dichiarazione finale di nullità o di rinnovo della causa del processo ordinario “appartiene al vescovo stesso, in forza del suo ufficio pastorale” quale “garante dell’unità cattolica nella fede e nella disciplina”. Sia il processo ordinario che il processo breviore, precisa il Papa, “sono di natura prettamente giudiziaria”, il che significa che la nullità matrimoniale può essere sancita “solo qualora ci sia un giudizio di certezza morale sulla base degli atti e delle prove raccolte”.

Il processo breviore, commenta il Pontefice, “ha introdotto così una tipologia nuova, cioè la possibilità di rivolgersi al vescovo come capo della diocesi, chiedendogli di pronuciarsi personalmente nei casi più manifesti di nullità”. Il che, per il Papa, “non solo manifesta la prossimità del pastore diocesano ai suoi fedeli, ma anche la presenza del vescovo come segno di Cristo, segno di salvezza”.

Il vescovo e il metropolita, raccomanda il Papa, “devono procedere all’elezione del tribunale diocesano, se non ancora costituito, e in caso di difficoltà possono accedere al tribunale diocesano o interdiocesano vicini. Questo è molto importante”.

Francesco, infine, sintetizza la riforma del processo matrimoniale canonico “una riforma basata sulla prossimità e sulla gratuità: la prossimità alle famiglie ferite significa che il giudizio, per quanto possibile, si celebri nella chiesa diocesana, senza indulgere e senza inutili tentennamenti”.

La gratuità, invece, rimanda al mandato evangelico “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, e “richiede che la pronuncia di nullità non equivalga ad un elevato costo che le persone disagiate che non riescono a sostenere”.

“Bocciato” il sinodo sull’Italia

Se qualcuno pensa a fare un Sinodo della Chiesa italiana, si deve incominciare dal basso in alto e dall’alto in basso, col documento di Firenze”.

Papa Francesco dà poi un’indicazione di marcia decisa sulle “voci di corridoio” che volevo il Pontefice valutare seriamente l’idea di dedicare un Sinodo per l’Italia. Sinodo momentaneamente bocciato, perché “non è possibile farlo a chiacchiere, solo con le idee. Bisogna partire dalle diocesi”.

“Questo porterà tempo, ma si camminerà sul sicuro e non sulle idee – ammonisce Bergoglio, che declina la parola sinodalità anche in vista di una ipotetica assise ecclesiale dedicata alla nostra comunità ecclesiale.

“Anche in un contesto di un probabile Sinodo della Chiesa italiana – ho sentito un ‘rumore’ ultimamente di questo, sono arrivati fino a Santa Marta – vi sono due direzioni“, spiega Francesco: “Sinodalità dal basso verso l’alto, ossia il dover curare l’esistenza e il buon funzionamento di diocesi, Consigli, parrocchie, coinvolgimento dei laici… A cominciare dalle diocesi: non si può fare un grande Sinodo senza andare alla base. E la valutazione del ruolo dei laici”.

“E poi la sinodalità dall’alto verso il basso, in conformità al discorso che ho rivolto alla Chiesa italiana al Convegno ecclesiale di Firenze, il 10 novembre 2015, che rimane ancora vigente e deve accompagnarci in questo cammino”, precisa il Papa.

Che conclude: “Se qualcuno pensa a fare un Sinodo della Chiesa italiana, si deve incominciare dal basso in alto e dall’alto in basso, col documento di Firenze. Questo porterà via tempo, ma si camminerà sul sicuro e non sulle idee”.

(Il Faro online)