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Mercato del pesce a Gaeta, arriva l’ordinanza di trasloco per gli operatori

3 giugno 2019 | 15:50
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Mercato del pesce a Gaeta, arriva l’ordinanza di trasloco per gli operatori

Gli operatori dovranno smontare banchi vendita e attrezzature dal Lungomare Caboto entro e non oltre il 10 giugno.

Gaeta – Da una parte le condizioni igienico sanitarie spesso segnalate precarie, dall’altra un canone annuo troppo alto. Nel mezzo, l’ordinanza di trasloco emanata dal Comune di Gaeta nei confronti degli operatori del mercato del pesce sul Lungomare Caboto.

Un passo indietro nel tempo

Le vicende che, a vario titolo, hanno coinvolto il mercato ittico gaetano sono iniziate nel 2016 – ordinanza 154 del 23 maggio – quando, a seguito di verifiche effettuate sia dai Nas di Latina che dal personale ispettivo dell’Asl di competenza, vennero denunciate le precarie condizioni igienico- sanitarie in cui si svolgeva il mercato, invitando gli operatori a misure più consone.

Il tempo passa e così si arriva al 21 dicembre del 2018 quando una nota dell’Asl di Latina – dipartimento prevenzione UOC igiene alimenti di origine animale – ha reso noto che, a distanza di più di 2 anni, le carenze riscontrate erano le stesse del 2016.

Il 29 marzo del 2019 anche la Capitaneria di Porto di Gaeta conferma: il trasferimento del mercato ittico in una sede più idonea è ormai diventato della massima urgenza.

L’ordinanza

Il 30 maggio del 2019 – circa 10 giorno dall’ultima verifica effettuata dalla Polizia locale – si diffonde la notizia dell’ordinanza: gli operatori dovranno smontare banchi vendita e attrezzature dal Lungomare Caboto entro e non oltre il 10 giugno.

Una soluzione non proprio fattibile per tutti, considerato il breve preavviso e, ancor più, la questione economica, non indifferente: attualmente, infatti, per l’affitto di suolo pubblico il canone annuo era di 500 a testa, mentre, con il trasloco al Nuovo mercato, l’Autorità portuale ha richiesto 30.000 euro annui per un totale di 14 stalli. Una cifra che, divisa per gli attuali 9 operatori, lieviterebbe attorno ai 3.000 euro annui, senza contate le spese di manutenzione e pulizia, non comprese nel canone.

(Il Faro on line)