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Contrabbando di carburante: sequestrate a Pomezia e Ardea tre autocisterne

7 giugno 2019 | 19:23
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Contrabbando di carburante: sequestrate a Pomezia e Ardea tre autocisterne

Sottoposti a sequestro oltre 100.000 litri di carburante, 3 autoarticolati e denunciati 12 soggetti.

Pomezia, Ardea – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno sottoposto a sequestro oltre 100.000 litri di carburante di contrabbando, 3 autoarticolati e denunciato alla Procura della Repubblica di Velletri 12 soggetti, 7 stranieri e 5 italiani.

Nell’ambito del costante controllo economico del territorio e attraverso il dispositivo di contrasto ai traffici illeciti, i finanzieri della Compagnia di Pomezia hanno intensificato i controlli su strada soprattutto nei confronti delle autocisterne trasportanti prodotti petroliferi.

Nel corso di alcuni servizi, sono stati fermati, tra Pomezia ed Ardea, 3 automezzi pesanti, provenienti dall’estero, che risultavano trasportare, sulla scorta della documentazione di accompagnamento, sostanze solventi, non soggette ad aliquote accise e che si prestano, a un esame visivo, a celare la reale qualità del prodotto da autotrazione.

Le fiamme gialle pometine però, attraverso gli esami speditivi condotti con specifica strumentazione, sono state in grado di stabilire la reale qualità dei prodotti trasportati, riconosciuta in benzina o gasolio, riscontrando così la falsità delle lettere di vettura e dei documenti esibiti al controllo. Inoltre, i successivi accertamenti tecnici di laboratorio hanno anche rivelato una scadente qualità del prodotto.

Tutti i soggetti coinvolti negli illeciti trasporti, autisti degli autoarticolati e amministratori delle società interessate, sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria veliterna per i reati di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici.

Si è proceduto al sequestro dei mezzi, del valore complessivo di oltre 300.000 euro, e di circa 105.000 litri carburante di contrabbando che, qualora immesso in commercio, avrebbe permesso di ricavare oltre 160.000 euro e di evadere oltre 100.000 euro di imposte, tra Iva e accise.

Tale fraudolento commercio avrebbe infatti consentito di proporre un prezzo alla pompa leggermente più basso di quello mediamente praticato dagli operatori del settore, ma garantendo un più ampio margine di guadagno. Peraltro avrebbe indotto ben oltre 2000consumatori a orientarsi verso l’ingannevole maggiore convenienza, rischiando però seri problemi per le proprie autovetture vista la riscontrata scarsa qualità del prodotto.