Fiumicino, al “Leonardo da Vinci” convegno su prevenzione e pronto intervento in aeroporto

7 giugno 2019 | 09:34
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Fiumicino, al “Leonardo da Vinci” convegno su prevenzione e pronto intervento in aeroporto

Settima edizione del convegno multidisciplinare sull’assistenza sanitaria in aeroporto a cura del Pronto soccorso Adr

Fiumicino – Al “Leonardo da Vinci” settima edizione del convegno multidisciplinare sull’assistenza sanitaria in aeroporto dedicato non solo alla prevenzione e alle tecniche per il pronto intervento ma anche all’arte medica nel suo complesso.

Anche quest’anno, temi molto importanti al convegno che ha per responsabile scientifico il professor Carlo Racani, cardiologo direttore del Pronto soccorso aeroportuale AdR. Il workshop si terrà sabato 8 giugno dalle ore 8,30 nella Sala Meeting AdR dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” al terminal 3. Come anche nelle precedenti edizioni, gli interventi saranno tenuti da autorevolissimi esperti, provenienti dalle Università e dagli Ospedali romani, nonché da alcuni Medici Consulenti ADR che nel proprio ambito specialistico hanno acquisito le più alte competenze professionali.

Tra i temi trattati, alcuni affronteranno direttamente gli aspetti di una più efficace e reattiva assistenza sanitaria all’interno degli ambienti aeroportuali. Si segnalano a tal proposito, la proposta di sorveglianza dei vettori patogeni nell’aeroporto “Leonardo da Vinci” dei dottori M. Di Luca e A. Lattanzi: uno scalo intercontinentale da 48,8 milioni di passeggeri l’anno come quello di Roma (di cui 5,8 sono di Ciampino) è ovviamente la porta d’ingresso di patogeni e quindi elemento di diffusione di malattia che in qualche modo possono essere frenate o comunque controllate al meglio. Addome acuto (relatore A. Bove) e la diarrea acuta (relatori B. Annibale e M. Rinzivillo) sono due condizioni che spesso possono colpire il passeggero in aeroporto ed essere sintomatologie da approfondire.

Una larga parte del convegno sarà poi dedicata al ruolo dell’arte medica come summa di molte scienze anche quella in grado di sviluppare come skill medica la capacità di clinical management. C’è una parola, infatti, molto usata nel linguaggio comune che ha subito più delle altre una profonda metamorfosi nel corso dei secoli: la parola arte. Chi ha descritto con grande chiarezza che cosa fosse l’arte nel passato è stato Aristotele. E la sua definizione, nata dall’idea antica di un’attività squisitamente operativa, è tuttora attuale, ancorché ignorata dai più. L’arte, dice Aristotele, è figlia dell’esperienza ed è il punto di incontro fra molte competenze empiriche. L’esperienza è per gli uomini solo il punto di partenza da cui derivano scienza ed arte. “L’arte nasce quando da una molteplicità di nozioni empiriche venga prodotto un unico giudizio che abbracci tutte le cose simili tra loro”. E la medicina, secondo la visione aristotelica, allora come ora, è arte per eccellenza. La scienza, la tecnica, la cultura, l’organizzazione sociale e politica sono discipline delle quali il medico deve interessarsi rimanendo sempre altro da ciò, restando un punto d’incontro e sintesi di questi diversi saperi, secondo la definizione che dà dell’arte Aristotele.