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Corpi carbonizzati a Torvaianica: Raco ha ucciso Maria, poi si è suicidato

23 giugno 2019 | 06:00
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Corpi carbonizzati a Torvaianica: Raco ha ucciso Maria, poi si è suicidato

Prime risposte dall’autopsia: il cadavere di lei ha profonda ferita

Pomezia – Un efferato femminicidio seguito da un suicidio. Prime risposte al giallo di Torvaianica dall’autopsia sui corpi di Domenico Raco, 35 anni, e Maria Corazza, 46 anni, trovati carbonizzati in una auto la mattina del 14 giugno nella località sul litorale romano (leggi qui).

Secondo i primi risultati parziali dell’esame autoptico Maria Corazza sarebbe stata uccisa da una coltellata: sul cadavere c’è il segno di una profonda ferita da arma da taglio. Nessun segno invece sul corpo di Domenico Raco che, con molta probabilità, dopo avere ammazzato la donna, si è tolto la vita nel rogo appiccato alla vettura dove i due si trovavano.

Si rafforza così in modo deciso l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. L’autopsia sul corpo di Maria Corazza verrà completata lunedì. Probabilmente il coltello usato da Raco per ucciderla è lo stesso trovato nell’auto. Gli ulteriori accertamenti sul corpo della donna dovranno anche stabilire una compatibilità tra il tipo di ferita, la profondità, e l’arma trovata. Con i primi esiti dell’autopsia, disposta dalla Procura di Velletri e che per ora fornisce gli unici elementi certi in una storia con molti interrogativi, acquista concretezza l’ipotesi di un delitto a sfondo passionale.

Un femminicidio con all’origine, probabilmente, il rifiuto della donna alle avances di Raco. O forse la volontà da parte di Maria di concludere una relazione. In ogni caso potrebbe essere stato un no a dettare il piano omicida di Raco che era un amico di famiglia e conosceva anche il marito della donna.

I cadaveri sono stati trovati sull’auto della madre di Maria Corazza, originaria di Pomezia, che la donna utilizzava per i suoi spostamenti. La mattina prima di essere trovata morta Maria aveva accompagnato la figlia a scuola col marito. Poi, disse l’uomo, si erano separati.

E a riprova del suo alibi fornì ai carabinieri i nomi di tre persone con cui si era incontrato. Una versione confermata dalle persone indicate. Escluso un coinvolgimento del marito della vittima la pista dell’omicidio-suicidio è apparsa subito la più plausibile anche per la posizione dei corpi in auto: l’uomo al posto di guida e la donna sul sedile posteriore.

L’auto era ferma in una stradina isolata, al confine tra Torvaianica e Pomezia. Un luogo isolato forse per un incontro di chiarimento. Forse per dire un no definitivo. Un no che a Maria è costato la vita.

(Il Faro online)