Marciapiedi “rattoppati” in maniera costosa? A Terracina è botta e risposta tra M5s e assessore ai Lavori Pubblici

3 luglio 2019 | 15:50
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Marciapiedi “rattoppati” in maniera costosa? A Terracina è botta e risposta tra M5s e assessore ai Lavori Pubblici

Il M5s di Terracina accusa l’amministrazione comunale di spreco di soldi pubblici. Caringi replica: “Intervento di messa in sicurezza secondo criteri di economicità.”

Terracina – A Terracina è scoppiata una nuova polemica: protagonisti questa volta sono i marciapiedi  che fiancheggiano l’Appia nel tratto che va dal ponte del Salvatore all’incrocio con via Olmata:”rattoppati” , secondo il M5s locale, non solo male, ma in maniera talmente costosa da costituire un vero e proprio spreco di soldi pubblici.

“Occorre sapere – si legge, infatti, in una nota – che nel lontano 1989 furono appaltati i lavori di rifacimento del manto stradale e di costruzione del muro di contenimento lungo l’argine del canale e dei marciapiedi di quel tratto dell’Appia, ingresso alla città per chi proviene da Roma.

Tale progetto fu approvato con atto di consiglio comunale l’ 11/10/1989, per un importo di un miliardo e trecento milioni delle vecchie lire e i lavori ebbero inizio il 24/10 dello stesso anno.

In particolare, per fare i marciapiedi, fu prevista una pavimentazione all’avanguardia per l’epoca, consistente nella messa in posa a secco, senza l’impiego di malte cementizie o calce, di mattoni in calcestruzzo di cemento, le cosiddette “betonelle”, di vari colori, da appoggiare semplicemente su di un letto di sabbia.

La prodigiosa peculiarità di questi mattoni autobloccanti consiste nella facilità dello smontaggio e rimontaggio, nel caso di futuri interventi di manutenzione o di nuove opere per il passaggio di sottoservizi, evitando così la messa in opera di nuovi mattoni con spesa ulteriore…”

E, invece, a Terracina cosa si decide di fare?  “Essendosi presentata la necessità di provvedere allo spianamento dei suddetti marciapiedi, il cui piano di calpestìo si era sollevato in numerosi tratti per le radici dei pini, l’amministrazione attuale fa una scelta scellerata: le pratiche betonelle sono state smontate, buttate in discarica (sarebbe bastato accantonarle momentaneamente per poi riutilizzarle) e, dopo il taglio delle radici e lo spianamento, si è provveduto alla “rifinitura” con una bella gettata di cemento. Insomma, la classica toppa.  In barba al decoro urbano e con sperpero ingiustificato e ingiustificabile di denaro pubblico!”

L’assessore ai Lavori Pubblici rompe il silenzio sulla questione

Sullo sperpero di denaro pubblico e sulla genialità dei lavori originali eseguiti nel 1989 ci sarebbe molto da dire”. Inizia così la secca replica dell’assessore ai Lavori Pubblici Luca Caringi a proposito della nota del Movimento 5 Stelle di Terracina sui lavori di ripristino del marciapiede della via Appia. Luca Caringi

L’intervento di ripristino eseguito in questi giorni serve unicamente a rendere fruibile e sicuro un marciapiede devastato dalle radici dei pini insistenti sullo stesso marciapiede. Abbiamo fatto un lavoro di messa in sicurezza tenendo presente proprio i criteri di economicità dello stesso, visto che è in corso una revisione completa di tutta la zona finalizzata ad una riqualificazione definitiva.

L’esigenza – prosegue Caringi – era quella di consentire la fruibilità immediata di un marciapiede concepito, ed è il caso di dirlo, in maniera scellerata all’epoca, perchè era arcinoto che i pini, senza alcuna colpa loro, avrebbero causato questo problema.

Le radici non sono state affatto tagliate e abbiamo preferito livellare la sede essendo consapevoli che dovremo realizzare un intervento definitivo di sistemazione.

Già nel 1989 esistevano materiali che ‘deviano’, per dirla in termini semplici, il corso naturale delle radici evitando che esse possano emergere in superficie. Credo di poter dire che quel miliardo e 400 milioni di vecchie lire siano state spese male, così come le rilevanti risorse impiegate in altre zone della città oggetto in quegli anni di interventi urbanistici, le cui palesi magagne paghiamo già da tempo.

Fa piacere – conclude l’assessore ai Lavori Pubblici – che ora si abbia a cuore il decoro urbano: sarebbe stato bello se anche in passato se ne fosse avvertita l’esigenza e se si fosse pensato ai cittadini che sarebbero venuti in seguito, invece di eseguire lavori buoni solo per quel momento e finalizzati alla propaganda politica e personale”.

In foto nell’articolo: Luca Caringi

(Il Faro on line)