Nessuna congestione per Leonardo D’Angelo, il fotografo sportivo è volato via per un infarto

23 agosto 2019 | 14:01
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Nessuna congestione per Leonardo D’Angelo, il fotografo sportivo è volato via per un infarto

Secondo i risultati dell’autopsia, D’Angelo sarebbe deceduto per una grave lacerazione dell’aorta. Ora proseguono le indagini.

Formia e Gaeta – 53 anni di cui quasi 40 passato dietro l’obiettivo di una macchina fotografica. Ora, sulla morte del fotografo sportivo Leonardo D’Angelo, avvenuta martedì mattina presso l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia (Leggi qui), è stata aperta un’inchiesta – con il relativo sequestro della cartella clinica -, a seguito della denuncia per omicidio colposo portata avanti dai familiari.

D’Angelo, lunedì sera, mentre era a cena con degli amici in un ristorante di Gaeta, quando, all’improvviso, comincia ad accusare un malore che ha spaventato i commensali, tanto da convincerli a chiamare il 118. Che cosa stava avendo? Il fotografo lamentava un forte malessere diffuso nella parte centrale del busto, con dolori sia alla schiena che al petto.

Dopo i primi accertamenti di rito, il 53enne è stato caricato sull’ambulanza e trasportato al Pronto soccorso del nosocomio formiano, dove, poco dopo, lo ha raggiunto anche la moglie, che gli è rimasta accanto fino a quando le sue condizioni non sembravano essersi ristabilite.

La mattina successiva, ovvero martedì, D’Angelo è stato sottoposto ad una radiografia e ad un’ecografia all’addome. Poi, intorno alle 10.30 del mattino, l’arresto cardiaco che gli è stato fatale.

Ieri pomeriggio, a seguito della denuncia, si è svolta l’autopsia: non congestione – come si era ipotizzato inizialmente -, secondo i risultati, infatti, D’Angelo sarebbe deceduto per un danno gravissimo all’aorta.

Alle 13 di ieri, intanto, presso la Procura di Cassino, c’è stato il conferimento degli incarichi ai periti, quattro in tutto: due nominati dal sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, il dottor Nomi Bulgarini, ovvero la dottoressa Daniela Lucidi e il dottor Maffeo Nicola (cardiologo) e due, invece, nominati dalla parte civile, il professore Giovanni Arcudi e la dottoressa Stefania Urso della Università Tor Vergata di Roma.

I periti ora hanno 90 giorni per il deposito della consulenza. Questi risultati, poi, si andranno ad aggiungere e saranno comparati con i tempi degli interventi al pronto soccorso, al fine di valutarne la tempestività e l’efficacia.

Al momento, non vi sono indagati. Prima di ipotizzare responsabilità, infatti, dovranno essere ricostruite le ultime ore del professionista, a partire dal momento del ricovero in ospedale.

(Il Faro on line)