Appunti di viaggio

Quando “straordinario” è un aggettivo che fa rabbia

14 ottobre 2019 | 06:30
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Quando “straordinario” è un aggettivo che fa rabbia

Il caso Opel, le baby gang di Parco Leonardo, le case Erp di via Berlinguer. Tre episodi diversi, ma con un tratto comune.

di ANGELO PERFETTI

Il caso Opel, le baby gang di Parco Leonardo, le case Erp di via Berlinguer. Tre episodi diversi, lontani tra loro, eppure vicini nel tempo e con un tratto comune. Quale? Non solo quello di essere localizzati tutti a Fiumicino, bensì che per ognuno di questi problemi è stata annunciata, o chiesta, la convocazione di un Consiglio comunale straordinario.

Volendo dare per buono l’interesse della politica, che sia realmente propositivo e non propagandistico, viene da fare una riflessione sull’aggettivo dell’atto amministrativo: straordinario.

Dall’edizione on line della Treccani:

Straordinàrio agg. [dal lat. extraordinarius, comp. di extra «fuori» e ordo -dĭnis «ordine» (cfr. ordinarius «ordinario»)]. – 1. a. Non ordinario, che esce dall’ordinario, dal solito, dal normale o dal comune.

Siamo dunque in una congiuntura particolarmente sfavorevole, se nel nostro comune siamo costretti a ricorrere a un consiglio comunale straordinario sia per parlare di lavoro, sia per discutere di diritto alla casa, e sia per ragionare sulla sicurezza e sul disagio giovanile.

Straordinario è anche un aggettivo che definisce qualcosa di non prevedibile, e anche su questo ci sarebbe da discutere: siamo sicuri che la politica – quella stessa che ora chiede o convoca consigli straordinari – non avesse i mezzi per monitorare gli accadimenti? Che non potesse prevenire quel disagio giovanile oggi concretizzatosi in continue micro aggressioni che minano la serenità di un quartiere? Che non avesse possibilità di intervenire prima che decine di famiglie fossero messe in mezzo a una strada?

Certo, fare di tutt’erba un fascio non è un esercizio esaustivo, anche perché i tre episodi citati hanno referenti e protagonisti diversi, alcuni di stretta competenza comunale, altri di respiro più ampio.

Ma lo sforzo che la politica tutta, nel suo complesso, dovrebbe fare, è di accorgersi delle criticità prima che si concretizzino, perché (in teoria) gli strumenti per vedere ciò che si sta “formando” sul proprio territorio ce li ha. Intervenire dove può, prevenire dove deve, evitando passerelle (vale per chi governa, ma anche per chi sta all’opposizione) e aprendo bocca solo quando si ha davvero una strada percorribile per arrivare a una soluzione. “Fatti, non parole”, diceva un vecchio claim pubblicitario.

“Straordinario” dunque, di norma dovrebbe essere usato per qualcosa che non fa parte del vissuto quotidiano. Ma se andiamo a guardare ciò che sta accadendo in questi giorni, questo “tratto” potrebbe valere per la questione Opel; decisamente meno per le altre due.

Ciò che i cittadini chiedono è un’attenzione “ordinaria”, banalmente quotidiana, fatta di risposte concrete e costanti ai problemi esistenti. Quelli che la gente vive ogni giorno, che di “straordinario” hanno solo il fatto… che nessuno li prenda in considerazione.