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Ufficio del Giudice di Pace: l’associazione forense locale scrive alle amministrazioni di Terracina e San Felice Circeo

18 giugno 2020 | 16:01
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Ufficio del Giudice di Pace: l’associazione forense locale scrive alle amministrazioni di Terracina e San Felice Circeo

L’associazione: “Chiediamo alle amministrazioni l’immediata integrazione della cancelleria del Giudice di Pace di Terracina tramite l’assunzione di due ulteriori unità”

Nei giorni scorsi, l’associazione forense di Terracina ha  scritto alle amministrazioni di Terracina e San Felice Circeo, e per conoscenza al Presidente del Tribunale di Latina, dottoressa Chiaravalloti e al Commissario C.O.A. di Latina, avvocato Mignano, per segnalare l’attuale situazione in cui versa l’ufficio del Giudice di Pace di Terracina.

La soppressione delle sedi distaccate di Tribunale della nostra Provincia e la chiusura degli Uffici del Giudice di Pace di Sezze e Priverno – spiega l’associazione in una nota –  hanno determinato non solo un grave pregiudizio all’attuale domanda di giustizia sul nostro territorio ma anche, notevoli difficoltà per l’intero circondario, rimasto privo di sedi adeguate ad amministrare l’ambito giudiziario sia in sede civile sia in sede penale.

Il nostro Giudice di Pace, in questi anni, grazie all’impegno finanziario degli Enti, all’abnegazione del personale di cancelleria e alla professionalità dei diversi Giudici di Pace succedutisi negli anni, è riuscito, seppur con innumerevoli difficoltà, ad ottemperare comunque ai propri compiti, garantendo una pronta e qualificata risposta alla domanda di giustizia proveniente dai cittadini del nostro territorio.

Oggi, però, questo non sembra sufficiente. L’imminente entrata in vigore della riforma della magistratura ordinaria e – prosegue l’associazione – il conseguente ampliamento delle competenze del Giudice di Pace sia in sede civile che penale, unitamente alla grave crisi determinata dalla pandemia, che ha pesantemente colpito il settore giustizia, e, in particolar modo, quello dell’avvocatura, richiedono un ulteriore sforzo”.

Ma in cosa consisterebbe, per l’associazione forense” questo ulteriore sforzo? “Nella nostra lettera – spiegano -, chiediamo alle amministrazioni suddette l’immediata integrazione della cancelleria del Giudice di Pace di Terracina mediante l’assunzione di due ulteriori unità da aggiungere a quelle già stabilmente in organico, così da evadere i numerosi procedimenti rimasti da troppo tempo pendenti. Inoltre, di programmare, in largo anticipo, la copertura dei posti utili per fronteggiare la riforma, prevedendo il formale impegno di spesa in bilancio”.

Poi dall’associazione concludono: “Infine, reiterando una nostra precedente richiesta inviata all’amministrazione di Terracina nel mese marzo e rimasta senza riscontro, chiediamo il ripristino della sala avvocati presente nello stabile, confermando altresì la nostra completa disponibilità ad effettuare a nostre spese, previa autorizzazione dell’Ente, i lavori di manutenzione, qualora la stessa sia in difficoltà ad agire con adeguata celerità”.

Ma perché la lettera è stata inoltrata anche all’amministrazione di San Felice?

Ma perché la lettera dell’associazione forense è stata inoltrata anche all’amministrazione di San Felice Circeo, oltre che a quella di Terracina? Per avere una risposta chiara, bisogna fare un passo indietro nel tempo. L’anno scorso, infatti, l’amministrazione comunale targata Tintari  (l’ex sindaco Procaccini era già stato eletto come europarlamentare) si accorse che, dopo 7 anni, aveva perso circa il 20% dell’organico dell’ente per via dei pensionamenti (nel 2020, tra l’altro, ne erano previsti altri 24).

Ora, dato che nel 2012, il Governo centrale aveva deciso di chiudere le sedi distaccate di diversi tribunali, lasciando, però, facoltà ai Comuni di mantenere o meno, a proprie spese, l’ufficio del Giudicio di Pace, toccava alla stessa amministrazione decidere il da farsi.

Così, per salvare l’ufficio, alla fine, si è ricorsi (tramite apposita ordinanza) alla gestione associata con il Comune di San Felice Circeo. Un protocollo della durata di 10 anni, in cui Terracina compare come ente associante, San Felice Circeo come associato.

Un protocollo in cui si stabilisce che l’organico di tale ufficio sarà composto da 5 unità distaccate dai Comuni aderenti. Ma sopratutto, come è evidente, un protocollo che si è reso necessario (ora il Comune di San Felice contribuisce a pagare il 20% delle spese, comprese quelle per il personale amministrativo) in virtù del fatto che, senza quest’accordo (pur temporaneo) il presidio giudiziario terracinese sarebbe stato accorpato a quello del capoluogo pontino.

(Il Faro online)