Roma. Liceo Seneca in rivolta: “Piove nelle classi, i bagni sono inagibili e siamo al freddo”

16 dicembre 2021 | 20:17
Share0
Roma. Liceo Seneca in rivolta: “Piove nelle classi, i bagni sono inagibili e siamo al freddo”
Roma. Liceo Seneca in rivolta: “Piove nelle classi, i bagni sono inagibili e siamo al freddo”
Roma. Liceo Seneca in rivolta: “Piove nelle classi, i bagni sono inagibili e siamo al freddo”
Roma. Liceo Seneca in rivolta: “Piove nelle classi, i bagni sono inagibili e siamo al freddo”
Roma. Liceo Seneca in rivolta: “Piove nelle classi, i bagni sono inagibili e siamo al freddo”
Roma. Liceo Seneca in rivolta: “Piove nelle classi, i bagni sono inagibili e siamo al freddo”

Gli studenti hanno protestato per tre giorni fuori la sede principale di via Francesco Albergotti

Roma – “Seneca in rivolta”. Hanno protestato per tre giorni “armati” di striscioni gli studenti del liceo Seneca di Roma che raccoglie l’indirizzo scientifico, classico e linguistico. Nella sede principale di via Francesco Albergotti i giovani hanno manifestato fuori dai cancelli contro “una situazione di disagio che va avanti da troppo tempo” e non solo per la sede centrale, anche per la sede di via Ettore Stampini.

E sono diversi i problemi che gli studenti con questa manifestazione pacifica hanno voluto evidenziare. “Il malfunzionamento dei riscaldamenti che ci costringono in classe con felpe e giubbotti, ma anche bagni inagibili e pioggia in alcune classi, oltre ad altri problemi strutturali”, come racconta a ilfaroonline.it il rappresentante della Consulta provinciale Andrea Maria Salento, spiegando le motivazioni che sono state alla base dello sciopero iniziato martedì.

Ad essere coinvolti da questi e “altri disagi sono circa 1.300 ragazzi. Anche l’ingresso scaglionato – prosegue – sta creando gravi problemi soprattutto ai ragazzi del biennio che entrano alle 9 e 40 ed escono alle 15 e 30. Sono molti i ragazzi che vengono da fuori Roma che, nel migliore dei casi, rientrano a casa alle 18. E i compiti? Quando dovrebbero studiare?”.

Il malcontento degli studenti nasce dal “non essere ascoltati”, e, soprattutto, dal fatto che “dopo oltre un anno di pandemia e scuola in Dad, questa è l’accoglienza che ci viene riservata al nostro rientro? Non si è potuto agire con la manutenzione necessaria a rendere la scuola un posto più vivibile? E poi la pandemia che ci costringe a stare chiusi, distanti, attenti, spaventati oggi non ci consente neanche di prendere cinque minuti d’aria a ricreazione… dobbiamo stare seduti per sei ore con la mascherina e senza possibilità di sgranchirci le gambe, quando non esiste maggiore sicurezza che stare all’aria aperta”.

Il paradosso si raggiunge quando si analizza l’utilizzo dei bagni. O meglio, di quelli fruibili visto che “al primo piano dello stabile ce ne è uno solo e quello della Palestra è rotto”. Salento racconta che “nei bagni non c’è scottex, ma le mascherine che ci vengono date dalla scuola per asciugarci le mani e sono quasi idrorepellenti”.

Le questioni per le quali manifestare dissenso, a detta del rappresentante della Consulta, sono davvero tante e dopo tre giorni di protesta stamattina una delegazione di studenti è stato accolta dalla dirigente. “La preside si è dimostrata disponibile – ha detto Salento – per quanto concerne al suo ruolo. Il nostro Istituto dipende da Roma Città Capitale e, quindi, la scuola poco può di sua iniziativa. Intanto però ci ha garantito che provvederà alla manutenzione ordinaria, porte, finestre, maniglie e altre piccole cose. E chissà che non si faccia anche da portavoce con chi di dovere per gli enormi disagi che siamo costretti a vivere. Noi ci contiamo”.

Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Roma Città Metropolitana
Clicca qui per iscriverti al canale Telegram sulle notizie dall’Italia e dal mondo