Roma, in manette il rapinatore seriale di tassisti: incastrato dal braccialetto elettronico

5 febbraio 2022 | 19:13
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Roma, in manette il rapinatore seriale di tassisti: incastrato dal braccialetto elettronico

L’uomo puntava una pistola contro il tassista: così riusciva a non pagare le corse e a rapinare anche altro denaro agli autisti

Roma – I Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste, a seguito di approfondite indagini della su delega della Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, nei confronti di un romano di 42 anni, con precedenti, gravemente indiziato di essere gravemente indiziato quale autore di 3 rapine ai danni di tassisti.

I colpi sono avvenuti all’interno delle auto di servizio dei tassisti e al termine di corse che venivano effettuate sempre sullo steso tragitto, tra i quartieri del Quarticciolo e dell’Alessandrino.

Il modus operandi descritto dalle vittime in sede di denuncia, era sempre lo stesso: un uomo saliva a bordo del taxi e, raggiunta la destinazione indicata, iniziava a minacciare verbalmente i conducenti, mostrando un braccialetto elettronico che aveva alla caviglia, dicendo di essere un criminale agli arresti domiciliari e quindi facendogli credere di essere un soggetto pericoloso e incutendo loro, in questo modo, timore e preoccupazione.

In un caso, una delle vittime ha dichiarato che l’indagato gli avrebbe anche puntato contro una pistola. Con questo stratagemma, l’indagato riusciva a non pagare le corse effettuate e a rapinare anche altro denaro ai tassisti.

Le denunce presentate dalle vittime e gli immediati accertamenti eseguiti dai Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste, corroborati dall’analisi dei tabulati di geolocalizzazione del dispositivo di monitoraggio, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari nei confronti dell’indagato, che è stato anche riconosciuto anche dai conducenti rapinati, che hanno portato l’Autorità Giudiziaria all’emissione dell’odierno provvedimento. Il 42enne è stato portato in carcere, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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