Ticket sanitari, cittadini costretti a pagare per gli errori della Regione. Che latita

19 marzo 2022 | 10:23
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Ticket sanitari, cittadini costretti a pagare per gli errori della Regione. Che latita

Avevano assicurato che i ticket sarebbero stati annullati automaticamente una volta scoperto l’errore, ma così non è stato

Roma – Segnali di fumo dalla Regione Lazio? Pare che nessuno li veda, sarà colpa del Covid o della guerra in Ucraina, ma dagli uffici del Bilancio e Federalismo Fiscale, nonché dal Recuperoticket, nessuno dà segnale di esserci.

Telefoni che suonano e nessun impiegato risponde; le pec, vanto della posta digitale, rimangono disattese per oltre un mese, ma ci sono le cartelle esattoriali che non si fermano, vanno avanti. Cartelle riferite al 2009/10 di cui molte persone, soprattutto anziani, hanno perso memoria.

Bisogna risalire a 12 anni fa, quando la Regione Lazio inviò più di 328.000 avvisi di recupero Ticket sanitari e farmaceutici: scoppiò una caso, in quanto per ammissione degli stessi una percentuale di questi oneri erano errati, ovvero inammissibili. Così centinaia di persone si precipitarono in via Rosa Raimondi per ricevere spiegazioni: molti preferirono pagare per paura delle cartelle, ma ad altri venne assicurata la certezza che gli avvisi bonari presentavano anomalie evidenti, di stare tranquilli che sarebbero state annullate automaticamente una volta scoperto l’errore.

Ebbene, così non è stato, perché le famigerate cartelle sono arrivate e continuano ad arrivare in questi primi due mesi, ovviamente maggiorate di tasse. Come una signora che si è vista recapitare un recupero Ticket farmaci, pur non avendo mai acquistato farmaci di quel tipo, con tanto di applicazione un codice esenzione over 65, quando la malcapitata ha 43 anni e non risulta essere cardiopatica. E’ stato riconosciuto l’errore, ma la cartella è arrivata e, pur richiedendo ove fosse la prescrizione a suo nome e il timbro del medico, si è vista rispondere che la Regione Lazio non è in grado di produrre un simile documento. Quindi, bisogna pagare sulla fiducia?

Un’altra donna di 64 anni si è vista invece recapitare un debito per visite specialistiche per l’ammontare di circa 500 euro, con esenzione per disoccupazione (EO2). Ma una domanda sorge spontanea: se, quando vai a fare una visita presso le Asl devi pagare prima perché altrimenti non hai capacità di accesso al servizio, come avrebbe fatto questa donna a fare una visita se non avesse pagato anche un minimo?

Ovviamente dagli uffici non si hanno risposte adeguate e soprattutto non c’è l’umiltà di dire “abbiamo sbagliato”, “scusate, provvederemo”. C’è solo l’arroganza di chi sta seduto dietro una scrivania e far vedere quanto è bravo, ma bravo non è, perché se lo fosse leggerebbe le carte e si chiederebbe come mai questi numeri esorbitanti.

Una considerazione amara va fatta: ma questi dirigenti che non desiderano essere disturbati a chi rispondono? Sono loro al servizio del cittadino o è l’utente al loro servizio per garantirgli un congruo stipendio?

(Il Faro online)