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Cop27, tra speranze e perplessità: Capi di Stato al lavoro per fermare il climate change

6 novembre 2022 | 12:36
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I leader del mondo si danno appuntamento in Egitto. L’obiettivo è quello di riuscire ad agire per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C prima che la crisi climatica evolva in modo catastrofico. Il monito dell’Oms: “Agire ora per salvare vite”

Sharm el-Sheikh – Si è aperto a Sharm el-Sheikh, in Egitto, il summit Cop27 sul Clima che vede la partecipazione di circa 200 delegati provenienti da circa 200 Paesi. Da domani, e fino al 18 novembre, si terrà quindi il primo di tre incontri cruciali per le sorti del Pianeta e delle persone, a cui si aggiungono la Conferenza sulla biodiversità Cop15 a Montreal, in Canada, e il Vertice del G20 a Bali, in Indonesia.

Si è aperto a Sharm el-Sheikh, in Egitto, il summit Cop27 sul Clima che vede la partecipazione di circa 200 delegati provenienti da circa 200 Paesi. Da domani, e fino al 18 novembre, si terrà quindi il primo di tre incontri cruciali per le sorti del Pianeta e delle persone, a cui si aggiungono la Conferenza sulla biodiversità Cop15 a Montreal, in Canada, e il Vertice del G20 a Bali, in Indonesia.

Il monito dell’Oms: “Agire ora per salvare vite”

“Si prevede che tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico provocherà circa 250mila morti in più all’anno per malnutrizione”, malattie come “malaria e diarrea” e “stress da caldo”. E “si stima che entro il 2030 i costi dei soli danni diretti” del climate change “alla salute siano compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari l’anno”. Nel giorno di debutto della Conferenza 2022 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop27) a Sharm el-Sheikh, in Egitto, in un “cupo promemoria” l’Organizzazione mondiale della sanità lancia un severo monito sulla necessità di agire subito, cogliendo l’occazione del summit come “un’opportunità cruciale per il mondo di riunirsi e impegnarsi nuovamente a mantenere vivo l’obiettivo dell’accordo di Parigi”: contenere il più possibile il riscaldamento globale entro 1,5°C.

“La crisi climatica sta già incidendo sulla salute delle persone e continuerà a farlo a un ritmo accelerato, a meno che non vengano presi provvedimenti urgenti”, avverte l’Oms. Il direttore dell’agenzia ginevrina, Tedros Adhanom Ghebreyesus, spiega che “il cambiamento climatico sta facendo ammalare, o rendendo più vulnerabili ad ammalarsi, milioni di persone in tutto il mondo. Ed eventi meteorologici sempre più distruttivi colpiscono in modo sproporzionato le comunità povere ed emarginate. E’ fondamentale che i leader e i decisori politici si riuniscano per mettere la salute al centro dei loro negoziati”.

“La nostra salute dipende da quella degli ecosistemi che ci circondano – sottolinea l’Oms – e questi ecosistemi oggi sono minacciati dalla deforestazione, dall’agricoltura” intensiva “o da altre modalità di sfruttamento del suolo e dal rapido sviluppo urbano. L’invasione sempre più profonda degli habitat animali sta aumentando la possibilità che virus dannosi per l’uomo compiano un salto di specie” arrivando a noi. Ancora, “l’innalzamento della temperatura globale sta causando eventi meteorologici estremi che portano a intense ondate di caldo e siccità”, oppure “a inondazioni devastanti e a uragani o tempeste tropicali sempre più potenti. La combinazione di questi fattori significa che l’impatto” del climate change “sulla salute umana è in aumento ed è probabile che acceleri” ulteriormente.

Già oggi, evidenzia l’agenzia Onu per la sanità, “31 milioni di persone nel Corno d’Africa stanno soffrendo di fame e 11 milioni di bambini sono malnutriti perché la regione sta facendo i conti con uno dei periodi peggiori di siccità degli ultimi decenni”. Inoltre, “la crisi climatica sta pesando sulla sicurezza alimentare e” questo impatto “non potrà che peggiorare, se i trend attuali persistono”. Anche “le inondazioni in Pakistan sono il risultato del cambiamento climatico e hanno devastato vaste aree del Paese. Gli effetti si faranno sentire negli anni a venire”, ma già “oltre 33 milioni di persone sono state colpite e quasi 1.500 centri sanitari danneggiati”.

“Investire in energia pulita”

“Investire in energia pulita produce guadagni doppi per la salute”. Ed “esistono interventi in grado di ridurre le emissioni di inquinanti climatici a vita breve, ad esempio applicare standard più alti sulle emissioni dei veicoli”, per i quali è stato calcolato entro il 2050 un risparmio pari a “circa 2,4 milioni di vite all’anno, grazie a una migliore qualità dell’aria e a una riduzione del riscaldamento globale di circa 0,5°C”, sottolinea l’Oms esortando a interventi urgenti contro il climate change e a mettere la salute al centro dei loro negoziati. “Mitigazione, adattamento, finanziamento e collaborazione” sono i “quattro obiettivi chiave” fissati dall’Oms contro la crisi climatica.

A causa di questa emergenza si sono già ammalate milioni di persone in tutto il pianeta e altre se ne ammaleranno, ammonisce l’agenzia ginevrina. “Ma c’è spazio per la speranza – assicura – in particolare se i governi agiranno ora per onorare gli impegni presi a Glasgow nel novembre 2021”. Ricordando che “il costo delle energie rinnovabili è diminuito in modo significativo negli ultimi anni”, e che ad esempio “l’energia solare adesso è più economica del carbone o del gas nella maggior parte delle principali economie”, l’Oms chiede ai governi di “procedere a un’eliminazione graduale giusta, equa e rapida dei combustibili fossili e alla transizione verso un futuro di energia pulita”. Sul fronte decarbonizzazione l’agenzia propone “un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, per l’eliminazione graduale di carbone e simili”, che “rappresenterebbe uno dei contributi più significativi alla mitigazione del cambiamento climatico”.

“Tutti possono contribuire a migliore la salute umana – rimarca l’Oms – sia promuovendo la diffusione degli spazi versi nelle città, sia sostenendo campagne per limitare il traffico locale e migliorare i trasporti. L’impegno e la partecipazione delle comunità” nel contrasto al climate change “è essenziale per costruire la resilienza e rafforzare i sistemi alimentari e sanitari, e questo è particolarmente importante per le popolazioni vulnerabili e i piccoli stati insulari in via di sviluppo, che stanno sopportando il peso maggiore degli eventi meteorologici estremi. Ma anche le comunità e le regioni che hanno meno familiarità con il clima estremo devono potenziare la propria capacità di resilienza”, precisa l’agenzia, alla luce di quello che “abbiamo visto recentemente con inondazioni e ondate di caldo nell’Europa centrale”. L’Oms incoraggia tutti a “lavorare con i loro leader locali su questi problemi e ad agire nelle loro comunità”.

“La politica climatica ora deve mettere la salute al centro – ribadisce l’organizzazione – e promuovere politiche di mitigazione del climate change che portino contemporaneamente benefici per la salute. Una politica climatica incentrata sulla salute aiuterebbe a costruire un pianeta con aria più pulita, acqua dolce e cibo più abbondanti e più sicuri, sistemi sanitari e di protezione sociale più efficaci ed equi e, di conseguenza, persone più sane”. (fonte Adnkronos)