Botti illegali: denunce e sequestri da Roma al litorale

20 dicembre 2022 | 12:20
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Botti illegali: denunce e sequestri da Roma al litorale
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Botti illegali: denunce e sequestri da Roma al litorale

Mancano ancora diversi giorni a Capodanno, ma già nelle ultime ore i Carabinieri hanno sequestrato un ingente quantitativo di materiale pirotecnico illegale

Roma – Anche quest’anno, con l’avvicinarsi delle festività natalizie e di fine anno, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno messo in atto una serie di verifiche, nel centro storico e nelle periferie della Capitale, volte al contrasto della detenzione e della vendita illecita di materiale esplodente e giochi pirotecnici pericolosi, al fine di prevenire gravi incidenti.

Già nelle ultime ore, infatti, i Carabinieri hanno denunciato due persone e sequestrato un ingente quantitativo di materiale pirotecnico.

Un cittadino cinese di 48 anni è stato deferito all’Autorità Giudiziaria dai Carabinieri della Stazione Roma Vitinia per il reato di vendita abusiva di materiale esplodente, poiché, all’esito di un controllo presso la sua attività commerciale – rivendita di casalinghi e merceria – è stato sorpreso nella vendita di 10 kg di artifici pirotecnici – di categoria F2 (vendibili solo da titolari di idoneità prefettizia), in violazione degli articoli 678 C.P. e 47 T.u.l.p.s.

Ad Anzio, invece, i Carabinieri della Stazione di Lavinio – Lido di Enea hanno denunciato un 30enne del posto che, fermato alla guida della sua auto e sottoposto ad un controllo, è stato trovato in possesso di numerosi artifici pirotecnici sprovvisti di etichetta e marchio CE, detenuti illegalmente e senza alcun titolo abilitativo alla vendita. In totale, i militari hanno sequestrato 9 manufatti artigianali, provvisti di miccia di accensione, del peso di totale di oltre 1 kg, e 7 batterie di fuoco da 100 colpi, del peso di circa 500 g ognuno.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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