26 dicembre, Papa Francesco: “Carità, annuncio e perdono: ecco chi era Santo Stefano”

26 dicembre 2022 | 12:37
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26 dicembre, Papa Francesco: “Carità, annuncio e perdono: ecco chi era Santo Stefano”

Il Pontefice all’Angelus nel giorno di Santo Stefano: “Oggi i martiri sono più numerosi che in passato. Sono tanti i cristiani perseguitati, e oggi preghiamo per questi fratelli. Perché Il Natale non è la fiaba della nascita di un re, ma la venuta del Salvatore, che ci libera dal male prendendo su di sé il nostro male: l’egoismo, il peccato, la morte. E i martiri sono i più simili a Lui”

Città del Vaticano – “Carità, annuncio e perdono”. Ecco chi era Santo Stefano. A tracciare l’identikit del primo martire è Papa Francesco, che ne descrive l’importanza proprio nel giorno a lui dedicato. La ricorrenza del protomartire la Chiesa la fissa nel giorno dopo Natale, come se la liturgia volesse allontanarci “dal mondo di luci, pranzi e regali in cui in questi giorni potremmo un po’ adagiarci”, dice il Pontefice affacciato su una piazza San Pietro gremita da 30mila di fedeli.

Il motivo, spiega il Santo Padre, è strettamente legato al senso del Natale, che “non è la fiaba della nascita di un re, ma la venuta del Salvatore, che ci libera dal male prendendo su di sé il nostro male: l’egoismo, il peccato, la morte. E i martiri sono i più simili a Lui. Infatti, la parola martire significa testimone: i martiri sono testimoni, cioè fratelli e
sorelle i quali, attraverso le loro vite, ci mostrano Gesù, che ha vinto il male con la misericordia”.

E a braccio aggiunge: “E anche ai nostri giorni i martiri sono numerosi, più che nei primi tempi. Oggi preghiamo per questi fratelli e sorelle perseguitati, che testimoniano Cristo”. Quindi, invita a riflettere: “Ma proviamo a domandarci: noi, lo testimoniamo? E come possiamo migliorare in questo? Ci può aiutare proprio la figura di Santo Stefano”.

Francesco traccia quindi l’identikit del primo martire a partire dal racconto degli Atti degli Apostoli: “Era uno dei sette diaconi che la comunità di Gerusalemme aveva consacrato per il servizio delle mense, per la carità”. “Ciò significa – sottolinea – che la sua prima testimonianza non l’ha data a parole, ma attraverso l’amore con cui serviva i più bisognosi”.

“Ma Stefano non si limitava a quest’opera di assistenza. A quelli che incontrava parlava di Gesù. Questa è la seconda dimensione della sua testimonianza: accogliere la Parola e comunicarne la bellezza – prosegue il Papa -. Carità e annuncio, questo era Stefano. Però, la sua testimonianza più grande è un’altra ancora: quella che ha saputo unire la carità e l’annuncio. Ce l’ha lasciata in punto di morte, quando sull’esempio di Gesù ha perdonato i suoi uccisori. Ecco allora la risposta alla nostra domanda: noi possiamo migliorare la nostra testimonianza attraverso la carità verso i fratelli, la fedeltà alla Parola di Dio e il perdono”.

Poi precisa: “Carità, Parola, perdono. È il perdono a dire se davvero pratichiamo la carità verso gli altri e se viviamo la Parola di Gesù. Il ‘per-dono’ è infatti, come indica la parola stessa, un dono più grande, un dono che facciamo agli altri perché siamo di Gesù, perdonati da Lui”. Infine, invita tutti i credenti a riflettere: “Pensiamo alla nostra capacità di perdonare, in questi giorni nei quali magari incontriamo, tra le tante, alcune persone con cui non siamo andati d’accordo, che ci hanno ferito, con le quali non abbiamo mai ricucito i rapporti. Chiediamo a Gesù appena nato la novità di un cuore capace di perdonare: la forza di pregare per chi ci ha fatto del male e di fare dei passi di apertura e di riconciliazione”.

Dopo la benedizione, il Papa rilancia l’appello per la pace in tutto il mondo: “Rinnovo il mio augurio di pace:
pace nelle famiglie, pace nelle comunità parrocchiali e religiose, pace nei movimenti e nelle associazioni, pace per quelle popolazioni tormentate dalla guerra, pace per la cara e martoriata Ucraina. Ci sono tante bandiere dell’Ucraina qui! Chiediamo la pace per questo popolo martoriato!”. Infine, l’immancabile saluto: “Auguro a tutti Buona festa di Santo Stefano e per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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