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Nuova Superlega, ecco il progetto: 80 squadre e torneo aperto

9 febbraio 2023 | 15:30
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Nuova Superlega, ecco il progetto: 80 squadre e torneo aperto

La nuova Superlega corregge alcuni dei punti più controversi del suo approccio iniziale e sostiene una competizione in cui i migliori club dei principali campionati europei abbiano un posto e in cui prevalga il merito sportivo

Ottanta squadre, 14 partite assicurate per ogni team. E’ la base del nuovo progetto Superlega. A22 Sports Management, la società che promuove la competizione, ha illustrato i punti su cui lavorare per ridefinire il quadro. La nuova Superlega corregge alcuni dei punti più controversi del suo approccio iniziale e sostiene una competizione in cui i migliori club dei principali campionati europei abbiano un posto e in cui prevalga il merito sportivo. In attesa che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronunci nelle prossime settimane per decidere se Uefa e Fifa abusino della loro posizione dominante come organizzatori di competizioni internazionali, la Super League continua a lavorare alla creazione di una competizione aperta e senza membri permanenti.

Real Madrid, Barcellona e Juventus, le 3 società stanno ancora guidando attivamente il progetto, hanno contattato più di 50 club europei e aspirano a creare un grande campionato a cui partecipino tra le 60 e le 80 squadre divise in gironi. Intanto gli altri nove fondatori (Atletico Madrid, Manchester City, United, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham, Inter e Milan) che hanno rinunciato pubblicamente a proseguire nell’avventura, non si sono ancora contrattualmente separati dal progetto.

Bernd Reichart, numero 1 di A22, ha stilato i “dieci principi per un campionato europeo di calcio” che sostituisca la Champions. E’ previsto un torneo aperto a tutti, l’impegno e il rispetto nei confronti dei campionati nazionali, il miglioramento della sostenibilità finanziaria dei club partecipanti e la maggiore attenzione alla cura della competizione e dei giocatori che vi partecipano per renderla più attraente per il pubblico giovane. Non mancano le sezioni dedicate al calcio femminile, ai tifosi e alla solidarietà tra club e istituzioni, Unione Europea compresa. “Lo scorso ottobre abbiamo avviato un processo aperto di dialogo sul futuro del calcio europeo – ha detto Reichart – Da allora abbiamo parlato con quasi 50 club e altri attori del settore e la conclusione condivisa da quasi tutti è che le fondamenta su cui è costruito il calcio europeo sono seriamente minacciate. È giunto il momento di apportare modifiche”.

L’ente promotore incaricato del progetto commissionato dalla European Super League Company (ESL) aspira a creare un nuovo ecosistema in cui i club stessi gestiscano le competizioni europee. La nuova Super League garantirebbe un minimo di 14 partite ai suoi partecipanti (in questo momento solo le finaliste della Champions giocano fino a 13 partite), con l’obiettivo di creare una competizione che sostituirà di fatto l’attuale Champions League. Per fare ciò, verrebbe creata un’entità per sostituire l’attuale organo di governo del calcio europeo come gestore dei tornei.

Da anni i club chiedono una diversa distribuzione degli introiti generati dalle competizioni internazionali, oltre a una maggiore partecipazione ai processi decisionali sui loro format. Prima che la Super League annunciasse la sua nascita il 19 aprile 2021, la maggior parte dei grandi club europei voleva aumentare le proprie entrate per la partecipazione alle competizioni Uefa e un formato più attraente della Champions League. La Super League ha visto fallire il suo primo progetto a causa del rifiuto proveniente in particolare dall’Inghilterra. Di fronte a questa situazione, la Uefa aveva già reagito. Il format della Champions League è cambiato rispetto alla stagione 2024-2025, in cui si passerà da 32 a 36 partecipanti e da sei a otto partite nella prima fase, quattro in casa e quattro in trasferta.

La decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sarà decisiva per le aspirazioni della Superlega. La relazione dell’avvocato generale della Ue, il greco Athanasios Rantos, pareva favorevole alla Uefa e legittimava ad organizzare e autorizzare le competizioni europee. Il parere del magistrato non deve necessariamente coincidere con la sentenza che verrà emessa in primavera, ma di solito risulta allineato l’80% delle volte. Senza il sostegno della giustizia europea, il potere di convincere la Superlega ad attrarre club sarebbe notevolmente minore. (fonte Adnkronos)