Non si fermano all’alt e aggrediscono i poliziotti: inseguimento da film per le strade della Capitale

25 febbraio 2023 | 11:30
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Non si fermano all’alt e aggrediscono i poliziotti: inseguimento da film per le strade della Capitale

L’inseguimento è iniziato in via della Primavera. L’auto sulla, quale viaggiavano 4 soggetti, presentava la targa anteriore non originale.

Roma – Quando ha capito che la volante della Polizia, ferma sul ciglio della strada, stava per fermarlo per un controllo, il conducente dell’autovettura ha tirato dritto senza rispettare l’alt intimatogli. L’inseguimento è iniziato in via della Primavera e terminato in viale delle Gardenie. Tutto è cominciato quando gli agenti, impegnati nel servizio di controllo del territorio, hanno notato che l’auto sulla quale viaggiavano 4 soggetti presentava la targa anteriore non originale.

Su viale delle Gardenie l’autovettura in fuga è andata ad impattare contro un marciapiede per poi scontrarsi con la volante ed arrestare la marcia. Nonostante ciò gli occupanti del veicolo, invece di desistere, si sono scagliati sia contro i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che contro quelli del commissariato Romanina nell’ultimo tentativo di guadagnarsi la fuga a piedi e sottrarsi alle perquisizioni, ma sono stati bloccati.

Dalle successive indagini l’auto è risultata rubata e all’interno di questa è stata rinvenuta la somma di 580 euro nascosta in una borsa con dentro anche alcuni indumenti di ricambio, pronti per essere indossati probabilmente per confondere le loro ricerche.

Per tre dei giovani fermati, tutti italiani e già noti alle Forze dell’ordine, è scattato l’arresto: resistenza a Pubblico Ufficiale, lesioni aggravate, danneggiamento aggravato e ricettazione i reati contestati. Il quarto è stato denunciato per resistenza a Pubblico Ufficiale. Denunciato inoltre il conducente per guida senza patente. Dopo la convalida degli arresti per due è stata disposta la custodia cautelare in carcere mentre per il terzo la misura degli arresti domiciliari.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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