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Soldi a una pornostar, Trump si difende: “Incriminazione ridicola, non c’è nulla”

5 aprile 2023 | 09:28
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L’ex presidente parla da Mar-a-Lago dopo l’incriminazione a New York: “Ho commesso solo un crimine: difendere il paese”. Poi lattacco a Biden: “Con lui si rischia la guerra mondiale nucleare”

New York – “Non esiste un caso, lo dicono tutti gli esperti legali. L’incriminazione è ridicola. Non avrei mai pensato a qualcosa del genere in America, non credevo potesse succedere. L’unico crimine che ho commesso è difendere senza paura la nostra nazione da coloro che vogliono distruggerla. Ora il nostro paese sta andando all’inferno”. Donald Trump, dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, tiene un discorso qualche ora dopo l’incriminazione avvenuta a New York: l’ex presidente prende la parola dopo l’udienza in cui il procuratore di Manhattan ha formalizzato 34 capi d’accusa legati alla falsificazione di bilanci e allo sviluppo di un piano con pagamenti per eliminare informazioni che avrebbero potuto danneggiare la campagna prima delle elezioni 2016.

“Il procuratore ha messo insieme un’incriminazione ridicola, lo dicono tutti. Il criminale è il procuratore, che ha fatto filtrare una massa di informazioni relative al grand jury” che la scorsa settimana si è espresso a favore dell’incriminazione: “Il procuratore dovrebbe come minimo dimettersi”.

Trump parla per circa mezz’ora davanti ad una platea di sostenitori, denuncia “un’interferenza mai vista nel processo elettorale” e si scaglia contro “il procuratore Alvin Bragg, un estremista di sinistra sostenuto da George Soros: ha fatto campagna dicendo che avrebbe preso il presidente Trump. Ha fatto campagna su questo, senza sapere nulla di me. Tutti vedono che non esiste un caso, non avrebbe dovuto essere istruito, lo dicono persino democratici totalmente schierato. E’ un insulto al nostro paese, è una cosa ridicola: il mondo ci ride dietro”.

L’ex presidente spazia dai riferimenti alle elezioni 2020, viziate da presunti brogli, al sequestro di documenti effettuati dall’Fbi nella sua residenza. Non mancano accuse a Juan Merchan, il giudice della Corte Suprema di New York a cui è affidato il ‘caso Stormy Daniels’: “Ora abbiamo un giudice che odia Trump, con una moglie che odia Trump. La figlia lavora per” la vicepresidente “Kamala Harris”.

“Come presidente ho il diritto di declassificare documenti. Biden lo ha fatto da vicepresidente, senza averne diritto. Ha portato via documenti quando era senatore, non è consentito”, dice in un altro passaggio del discorso in cui sottolinea il quadro negativo legato all’attuale presidenza: “L’economia è a pezzi, l’inflazione è fuori controllo. La Cina si è unita alla Russia, l’Arabia Saudita è con l’Iran. Russia, Iran e Corea del Nord hanno formato una coalizione minacciosa: se io fossi stato presidente non sarebbe mai successo. La Russia ha attaccato l’Ucraina, con me presidente non sarebbe successo. C’è la minaccia di un uso delle armi nucleari che, durante l’amministrazione Biden, potrebbe portare ad una terza guerra mondiale nucleare: non siamo molto lontani, credeteci o no”. “Siamo una nazione in declino e ora questi pazzi di sinistra vogliono interferire nel processo elettorale: non possiamo permettere che questo accada. Non ho alcun dubbio, renderemo l’America di nuovo grande”, conclude.

“Non sono colpevole”

In un’affollata aula del tribunale di Manhattan, Donald Trump, che è in stato di arresto, si è dichiarato non colpevole per tutti i 34 capi di imputazione che gli sono stati contestati nell’atto di incriminazione per il caso Stormy Daniels, letto dal giudice Juan Merchan. Le accuse sono di aver falsificato i registri delle società e partecipato a un complotto per versare denaro in cambio del silenzio a due donne alla fine della sua campagna elettorale del 2016.

L’udienza si è conclusa dopo circa un’ora. Trump ha lasciato il tribunale diretto all’aeroporto newyorchese La Guardia, per imbarcarsi alla volta della Florida. Il 4 dicembre la prossima udienza alla quale è prevista la presenza di Trump, in coincidenza con il momento clou della campagna elettorale delle primarie repubblicane che partiranno all’inizio del 2024. “L’udienza ha scioccato molti perché” dall’accusa “non hanno avuto ‘sorprese’ e, quindi, non esiste un caso caso. Praticamente ogni esperto legale ha detto che non c’è nessun caso qui. Non è stato fatto nulla di illegale!”, ha scritto Trump sul suo social Truth dopo l’udienza.

“E’ una persecuzione politica, è un processo politico, è un giorno triste, non mi aspettavo che succedesse questo in questo Paese, a un ex presidente degli Stati Uniti”, ha detto l’avvocato Todd Blanche, ribadendo che nel caso presentato contro l’ex presidente “non c’è nulla, non ci sono crimini, non ci sono fatti”. Trump è “frustrato” e “arrabbiato”, ha dichiarato il legale parlando con i giornalisti all’uscita dal tribunale di Manhattan, aggiungendo che comunque l’ex presidente è “motivato” a combattere contro quella che definisce una “persecuzione politica”. “Combatteremo, combatteremo nel modo più duro”, ha poi aggiunto.

L’atto di incriminazione

L’atto di incriminazione nei confronti di Donald Trump, che dopo l’udienza è stato reso pubblico, sostiene che l’ex presidente è stato coinvolto in una cospirazione per minare l’integrità delle elezioni del 2016. I procuratori sostengono che Trump abbia fatto parte di un piano illegale per sopprimere le informazioni negative e in questo piano è compreso un pagamento illegale di 130.000 dollari ordinato dall’imputato per eliminare le informazioni che avrebbero danneggiato la sua campagna elettorale. L’accusa sostiene che il motivo per cui ha commesso il reato di falsificazione dei registri delle società è stato in parte quello di “promuovere la sua candidatura”.

Trump in Aula

L’ex presidente Usa è entrato nell’aula di tribunale con due agenti in divisa al fianco. In uno scatto diffuso dai fotografi che sono stati ammessi in aula prima dell’inizio dell’udienza, Trump aveva un’espressione seria, seduto al tavolo degli imputati. L’ex presidente, con i suoi tre avvocati accanto, è apparso evidentemente seccato, frustrato, commentano analisti della Cnn, costretto nel suo ruolo di imputato.

Sono cinque i fotografi ai quali è stato permesso di entrare in tribunale per scattare foto dell’udienza, dalla quale sono state invece bandite le telecamere, secondo la decisione presa la notte scorsa dal giudice.

Contrariamente a quanto era stato ventilato, Trump non ha rilasciato nessuna dichiarazione prima di entrare in aula e nemmeno dopo. Poco prima di lui era entrato in aula il suo team di avvocati, Joe Tacopina, Susan Necheles e Todd Blanche. E ancora prima era stato visto varcare la porta dell’aula al 15esimo piano del tribunale di Manhattan, il procuratore distrettuale, Alvin Bragg, titolare del caso sulla vicenda Stormy Daniels.

Il post prima dell’udienza

L’ex presidente Usa ha lasciato la Trump Tower poco dopo le 13 ora locale, le 19 in Italia per recarsi al tribunale di New York. Trump ha salutato con la mano i suoi sostenitori e poi ha alzato il pugno in segno di lotta. Scortato dagli agenti del Secret Service, l’ex presidente è entrato in una berlina nera, con al seguito un lungo corteo per le strade di Manhattan, dove il traffico è stato bloccato.

Prima dell’inizio dell’udienza, alla Trump Tower è arrivata Melania Trump, scrive il Mirror, ricordando che secondo alcune voci Trump potrebbe dover affrontare anche il divorzio.

Durante il percorso dalla Trump Tower al tribunale di Manhattan, l’ex presidente ha postato su Truth: “Sono diretto verso il sud di Manhattan, al tribunale. Sembra surreale, wow, stanno per arrestarmi”. “Non posso credere che stia succedendo in America, Maga!”, ha concluso usando come slogan l’acronimo del suo movimento politico, Make America Great Again.

Trump, arrivato al tribunale di Manhattan, ha salutato la folla prima di entrare. C’è stata l’identificazione con il prelievo delle impronte digitali. Come era stato anticipato, dopo il suo arresto da parte dei detective della polizia newyorkese, Trump non è stato ammanettato. E non gli sono state fatte neanche le classiche foto segnaletiche, riferisce il sito di Fox News.

La mail ai finanziatori

“Un giorno tragico” per gli Stati Uniti. Trump ha continuato a incitare i suoi sostenitori a poche ore dall’udienza a New York. Riferisce la Nbc che l’ex presidente degli Stati Uniti, in una mail inviata ai finanziatori, scrive: “Oggi piangiamo la fine della giustizia in America. Oggi è il giorno in cui un partito politico al potere ARRESTA il suo principale avversario per non aver commesso alcun reato”.

Trump prosegue: “Il nostro movimento ha superato così tanto. E non c’è dubbio nella mia mente che prevarremo ancora una volta e conquisteremo la Casa Bianca nel 2024”. La mail contiene un link per procedere alle donazioni alla sua campagna, chiedendo finanziamenti tra i 24 e i mille dollari.

“Un giorno tragico per la nostra repubblica”, scrive Trump nella mail definita “l’ultima prima del mio arresto” in “un tribunale illegale”. L’ex presidente chiede di “contribuire a salvare l’America”, e per questo allega un link per la raccolta di fondi, ed esprime la preoccupazione che gli Stati Uniti stiano diventando un “Paese del Terzo Mondo marxista”.

L’ex presidente, con un post sul suo social Truth, chiede quindi di spostare il caso da Manhattan a Staten Island, “che sarebbe una sede molto equa e sicura per il processo”. Il processo e l’eventuale scelta della giuria andranno in scena “in una sede molto ingiusta, dove in alcune aree vota repubblicano appena l’un per cento della popolazione”. Staten Island è l’unico borough newyorkese dove Trump ha vinto sia nel 2016 che nel 2020.

Nel suo post, l’ex presidente si scaglia poi contro il giudice Juan Merchan definendolo “un giudice grandemente di parte”. “E’ stato disastrosamente ingiusto nel precedente caso collegato a Trump – aggiunge riferendosi a una sua recente sentenza di condanna della Trump Organization per frode fiscale – ha istruito in modo orribile la giuria ed è impossibile avere a che fare con lui in questa caccia alle streghe”. (fonte Adnkronos)