Il Papa lava i piedi a dodici carcerati: “Non è folklore, Gesù vuole che ci aiutiamo”

6 aprile 2023 | 17:25
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Il Papa lava i piedi a dodici carcerati: “Non è folklore, Gesù vuole che ci aiutiamo”
Il Papa lava i piedi a dodici carcerati: “Non è folklore, Gesù vuole che ci aiutiamo”
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Il Papa lava i piedi a dodici carcerati: “Non è folklore, Gesù vuole che ci aiutiamo”
Il Papa lava i piedi a dodici carcerati: “Non è folklore, Gesù vuole che ci aiutiamo”

Francesco torna nel carcere minorile di Casal del Marmo per la Messa in Coena Domini: in piedi e col bastone lava i piedi a dodici detenuti, tra cui un russo e musulmano: “Spero di cavarmela, non cammino tanto bene”

Roma – “Gesù ci vuole così: che ci aiutiamo gli uni gli altri”. Dopo dieci anni, Papa Francesco torna nel carcere minorile di Casal del Marmo per celebrare la Messa in Coena Domini, rito che apre le celebrazioni del Triduo Pasquale. Nel 2013 Bergoglio, eletto da poche settimane, scelse proprio questo carcere per la sua prima lavanda dei piedi in veste di Pontefice, rompendo la lunga tradizione del Laterano.

Francesco nella cappella del carcere arriva da una porticina laterale. Si presenta con la talare bianca e il bastone. Arriva direttamente in presbiterio e li, davanti a poco meno di cento persone tra uomini e donne delle forze dell’ordine e detenuti, veste la casula. Erano settimane che il Pontefice non la indossava per celebrare l’Eucarestia. Accanto a lui il maestro delle cerimonie pontificie, Diego Ravelli, e il cappellano del carcere, don Nicolò Ceccolini.

I canti si alternano alle preghiere del rito, sempre suggestivo, che trova il culmine nella lavanda dei piedi. Dodici i ragazzi scelti: dieci ragazzi (di cui 5 maggiorenni e 5 minorenni) e 2 ragazze (1 maggiorenne, 1 minorenne). Tra loro, due ragazzi di origine sinta, un ragazzo croato, un ragazzo musulmano del Senegal, un ragazzo rumeno e uno russo.

Per il Papa è stato fatto uno speciale palchetto in modo che non si dovesse piegare per lavare e baciare i piedi dei ragazzi, come succedeva al Laterano con i suoi predecessori. Francesco gli lava i piedi, gli sorride e stringe loro le mani. Qualcuno gli bacia l’anello, qualcun altro gli si avvicina per sussurrargli qualcosa all’orecchio. A fine gesto, prima di tornare sull’altare, il Papa si è intrattenuto parlare con alcuni giovani. “Spero di cavarmela, non cammino tanto bene” aveva detto poco prima nell’omelia.

Un’omelia breve, pronunciata completamente a braccio, nel quale il Pontefice spiega le origini di questo rito: “Gesù, il giorno prima di essere crocifisso, lava i piedi ai discepoli compiendo quello che era un gesto comune per l’epoca quando c’erano banchetti importanti. Ma a lavare i piedi erano gli schiavi. Immaginiamo come sono rimasti sbalorditi gli apostoli quando vedono Gesù fare questo gesto di schiavo. Ma lo fa per far capire il messaggio del giorno dopo: morirà come uno schiavo per pagare il debito di tutti noi. Se noi ascoltassimo questo messaggio di Gesù la vita sarebbe più bella perché ci aiuteremmo l’un all’altro. E invece, come ci insegnano i furbi noi approfittiamo gli uni degli altri”.

Al contrario, ribadisce il Papa, “è bello tendere la mano. Sono gesti umani, universali, che nascono da un cuore nobile. E Gesù, con questo gesto, vuole insegnarci la nobiltà del cuore”. Quindi, rivolgendosi direttamente ai giovani carcerati, aggiunge: “Potreste dirmi: Se il Papa sapesse le cose che ho dentro… Gesù lo sa e non si spaventa delle nostre debolezze, non si spaventa mai perché ha già pagato. E ora vuole prenderci per mano per farci capire che la vita non è tanto dura”.

E ammonisce: “Io anche laverò a voi i piedi, ma non è un gesto di folklore. E’ un gesto che ci dice come dobbiamo essere gli uni con gli altri”. Un gesto rivoluzionario se consideriamo che oggi ci sono “tante persone che se ne approfittano. Quante persone restano negli angoli. Quanti ingiustizie viviamo, quanti sono senza lavoro, quanti sono pagati la metà… tante cose brutte. Ognuno di noi può scivolare ma questo ci dà la dignità di essere peccatori. Gesù ci vuole così. E’ venuto a lavarci i piedi per aiutarci, per farci capire che aiutandoci la vita è più bella”. E conclude: “Durante la lavanda dei piedi spero di cavarmela perché non posso camminare, ma mentre vi lavo i piedi dovete pensare che Gesù mai ci abbandona”.

Al termine della messa, dopo il saluto della direttrice del carcere, Maria Teresa Iuliano, il Papa, in sedia a rotelle lasca la cappella applaudito dai giovani. Benedice quindi la targa inaugurale della cappella, dedicata al beato Pino Puglisi. Successivamente, nel salutare alcuni detenuti, Francesco riceve in dono una croce realizzata dai ragazzi che seguono il corso di falegnameria, alcuni biscotti e un pacco di pasta, entrambi realizzati nel pastificio recentemente avviato all’interno del carcere. Ai giovani detenuti, alla direttrice e al personale il Papa regala invece alcuni rosari e delle uova di cioccolato. Domani il Pontefice presiederà la liturgia della Passione nella basilica di San Pietro e, in serata, sarà al Colosseo per la VIa Cruci del Venerdì Santo.

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