Roma, imprenditore TV accusato di bancarotta fraudolenta: sequestrati beni per 4,8 milioni

13 ottobre 2023 | 11:22
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Roma, imprenditore TV accusato di bancarotta fraudolenta: sequestrati beni per 4,8 milioni

L’indagine delle Fiamme Gialle ha portato al sequestro di beni mobili tra cui una Lamborghini Diablo da oltre 400 mila euro

Roma – In esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno notificato il divieto di esercitare attività imprenditoriali e di assumerne uffici direttivi in imprese e persone giuridiche per 12 mesi a un imprenditore attivo nell’editoria radiotelevisiva e a due suoi collaboratori, oltre a sequestrare beni mobili – fra cui una Lamborghini Diablo 30° anniversario, del valore di oltre 400 mila euro – e immobili, nonché disponibilità finanziarie del valore di circa 4,8 milioni di euro. I tre sono accusati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, preferenziale e documentale per aver cagionato il fallimento di una società proprietaria degli impianti e delle frequenze di una nota emittente televisiva.

Le indagini delle Fiamme Gialle del 6° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma hanno permesso di appurare come il patrimonio dell’impresa decotta sia stato progressivamente depauperato dei suoi asset più rilevanti, subendo, invece, l’addossamento dei debiti maturati da altri soggetti giuridici riconducibili all’imprenditore. In particolare, dal 2013 al deposito della proposta di concordato fallimentare (omologato nel febbraio 2021), è stata costituita una rete di società “satelliti”, facenti capo al medesimo dominus, cui sono stati ceduti per un valore effimero avviamento commerciale, know how, portafoglio-clienti e infrastrutture radiotelevisive, al fine di rendere vane le azioni esecutive intentate dall’Erario e dagli altri creditori, venendo meno ogni garanzia patrimoniale. Il provvedimento è stato emesso sulla base delle acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

L’attività investigativa testimonia l’efficacia dell’azione della Procura della Repubblica capitolina e dalla Guardia di Finanza a tutela della collettività dai danni arrecati da soggetti senza scrupoli che operano sul mercato in modo spregiudicato, falsando la leale concorrenza e sottraendo introiti all’Erario.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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