Roma. Falsi progetti di ricerca per non pagare le tasse: ai domiciliari un professore universitario

16 ottobre 2023 | 10:47
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Roma. Falsi progetti di ricerca per non pagare le tasse: ai domiciliari un professore universitario

Arrestata anche una collaboratrice: entrambi lavorano in un’Università privata

Roma – Erogavano falsi progetti di ricerca, con l’obiettivo di non pagare le tasse. Sarebbe questa la maxi-truffa messa in atto da un professore universitario di un’Istituzione privata, insieme ad una sua collaboratrice. Motivo per cui per entrambi i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su delega della Procura della Repubblica, hanno arrestato entrambi ed ora si trovano ai domiciliari.

E’ scattato anche il sequestro da parte Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su delega della Procura della Repubblica. E’ scattato anche il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche “per equivalente”, di beni dal valore superiore a 24 milioni di euro per i reati di indebita compensazione, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, ai danni dell’Erario.

Le indagini hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza: entrambi, avvalendosi dell’Ente universitario e di un consorzio a questo collegata, sono accusati di aver falsamente erogato progetti di ricerca e sviluppo a oltre 20 società, consentendo a queste ultime l’illecito utilizzo di crediti d’imposta.

Le investigazioni, riguardanti complessivamente 29 persone fisiche e oltre 20 persone giuridiche, hanno permesso di raccogliere un grave quadro indiziario circa l’esistenza di un complesso sistema di frode, al cui centro emergeva il ruolo del menzionato docente, finalizzato alla vendita di veri e propri pacchetti di risparmio fiscale attraverso una metodica emissione di false fatturazioni utilizzate in dichiarazione per abbattere i debiti erariali nonché per beneficiare di crediti d’imposta mai maturati.

L’Università e il consorzio sopra menzionati oltre all’erogazione di benefici fiscali non spettanti, avrebbero utilizzato, a loro volta, fatture per operazioni inesistenti al medesimo fine di abbattere il carico di imposte da versare. Il giro di false fatturazioni sarebbe stato agevolato anche dall’interposizione di società riconducibili di fatto sempre al citato docente.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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