Roma, documenti fake per comprare un’auto: truffatore in manette

27 dicembre 2023 | 16:40
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Roma, documenti fake per comprare un’auto: truffatore in manette

L’uomo ha tentato di raggirare una donna che aveva messo in vendita la sua macchina su un sito di compra-vendita

Roma, 27 dicembre 2023 – Gli agenti della Polizia di Stato del III Distretto Fidene-Serpentara hanno arrestato un cittadino italiano di 41 anni poiché gravemente indiziato del reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e lo hanno denunciato in stato di libertà per tentata truffa.

I poliziotti si sono immediatamente attivati dopo aver ricevuto la denuncia di una donna che era stata contattata da un uomo, dopo aver messo in vendita la propria autovettura su alcuni siti specializzati in compra-vendita di auto. I due si erano accordati per una cifra di 8.000 euro e, a garanzia della buona riuscita della compravendita, la donna aveva chiesto in foto la copia di un documento d’identità e dell’assegno circolare. Tramite la propria banca, però, ha scoperto che l’assegno era stato emesso nel 2015 e già riscosso.

A questo punto i poliziotti hanno predisposto un servizio di osservazione nei pressi dell’agenzia di pratiche auto scelta per il passaggio di proprietà del veicolo. Una volta arrivati sia la donna che il presunto compratore, gli agenti sono entrati all’interno dell’agenzia e, qualificandosi come operatori di polizia, hanno proceduto al controllo dell’uomo, che aveva un documento falso in uso ad una donna nonostante riportasse i dati di un uomo. Vistosi scoperto l’uomo ha dichiarato le sue vere generalità mostrando il suo vero documento, mentre da accertamenti bancari l’assegno circolare risultava effettivamente emesso nel 2015 e già incassato. Alla fine degli accertamenti i poliziotti hanno sequestrato la carta d’identità falsa, l’assegno e tutti i documenti già pronti relativi alla compravendita del veicolo, mentre l’uomo è stato arrestato. L’arresto è stato convalidato.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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