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Latina, atti intimidatori per aggiudicarsi un chiosco sul lungomare: 8 misure cautelari

30 gennaio 2024 | 10:27
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Latina, atti intimidatori per aggiudicarsi un chiosco sul lungomare: 8 misure cautelari

Le indagini della Polizia e della Dda,hanno avuto origine da una segnalazione effettuata dal Comune di Latina nei primi mesi del 2021

Latina, 30 gennaio 2024 – La Polizia di Stato di Latina questa notte ha eseguito otto misure cautelari nei confronti di altrettante persone per i reati di turbata libertà degli incanti ed estorsione aggravati dal metodo mafioso, diversi episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché per trasferimento fraudolento di valori.

Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile con il coordinamento della D.D.A. della Procura della Repubblica di Roma, hanno avuto origine da una segnalazione effettuata dal Comune di Latina nei primi mesi del 2021. In tale atto si faceva riferimento al fatto che la rinuncia alla gestione del 1° chiosco del lungomare di Latina da parte dei legittimi aggiudicatari, individuati all’esito di una procedura ad evidenza pubblica avviata nei primi mesi del 2020, potesse essere il frutto di pressioni da parte di non meglio precisati soggetti. Tale situazione sembrava riproporre quanto già accaduto nel 2016, allorquando il Comune di Latina aveva emanato un bando per la realizzazione dei chioschi sull’area demaniale antistante il lungomare e, nell’aprile del 2017, dopo l’aggiudicazione definitiva delle aree, il legale rappresentate della ditta che si era aggiudicata l’area n. 1 vi aveva rinunciato senza un apparente motivo.

Gli approfondimenti svolti, quindi, hanno acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di una serie di atti intimidatori realizzati tra il 2016 ed il 2020, veicolati anche tramite i social network, che hanno inciso negativamente sull’aggiudicazione del chiosco n. 1 del lungomare di Latina e sulla libera attività esercitata dai gestori degli altri esercizi pubblici di ristorazione ivi ubicati.

Inoltre, sono stati raccolti gravi indizi in merito all’attività di spaccio di stupefacenti gestita da uno degli odierni indagati, consentendo di ricostruire l’utilizzo di metodi intimidatori impiegati per la riscossione dei crediti insoluti.

Infine, sono stati acquisiti gravi indizi in merito ad alcuni episodi di spaccio di stupefacenti e di recupero con metodi violenti dei relativi crediti da parte di altri tre degli odierni indagati, nonché in merito alla intestazione fittizia in capo ad un altro indagato di una società gestita di fatto da un altro soggetto.

Un quadro indiziario rilevante quello delineato dalla complessa attività di indagine svolta, che ha portato all’esecuzione di due misure di custodia in carcere, tre arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, eseguite tra le città di Latina, Pescara e Milano.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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