Il punto

Ostia, il punto sull’ex colonia Vittorio Emanuele tra presente e passato

28 febbraio 2024 | 09:19
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Ostia, il punto sull’ex colonia Vittorio Emanuele tra presente e passato

Uno degli edifici storici del litorale romano è di recente motivo di contrasti e polemiche: si tratta dell’ex colonia Vittorio Emanuele, sospesa tra le diverse esigenze del territorio

Ostia, 27 febbraio 2024- Svetta sul litorale ostiense l’edificio storico dell’ex colonia Vittorio Emanuele. L’immenso complesso, dall’apparenza ormai consunta, ospita la biblioteca comunale Elsa Morante, il Teatro del Lido, un ostello e la Caritas. Polifunzionale, è vero: ma ormai da lunghi anni abbandonato e popolato da inquiete (ed inquietanti) presenze.

Era stata per prima la UE a volgere il viso- ed i fondi, 45mila per tutta Ostia- al complesso, con l’intenzione di renderlo un ostello culturale per  giovani, realizzando anche un parcheggio interrato. Ora,  il presidente del municipio Mario Falconi, in accordo col Campidoglio, procede al ri-uso di una parte per realizzare dei posti letto per le persone in condizioni di grave disagio abitativo ed economico, con i soldi del Pnrr.

I primi ospiti della struttura, in via provvisoria, anche se presto si tratterà di una decisione definitiva, hanno iniziato a dormire all’interno della colonia ad inizio febbraio. Per Demos, gruppo politico di sinistra, è una vittoria che segna la strada del futuro. Commenta Mirella Arcamone, capogruppo Demos in Municipio: “Seppur temporanea, questa accoglienza segna le prove generali per la realizzazione della stazione di posta e l’housing first che doneranno servizi stabili e permanenti, secondo la delibera approvata dalla giunta comunale e proposta dall’Assessora Funari, che ha cambiato anche le modalità di accoglienza”.

Una rivisitazione dell’edificio storico in chiave sociale perché, per citare ancora Demos, “Non si parli più di emergenza freddo”. Potrebbe far del bene, la nostra Colonia. Ma una voce, e più d’una, si leva in senso contrario.

L’opposizione

Tra gli oppositori, i coordinatori del progetto civico Noi, Carlotta Chiaraluce e Delio Andreoli che vedono nel progetto uno scarica barile all’italiana che sposta il problema clochard da Roma al lungomare, a “spese dei lidensi”.  Sostengono: “Da anni i cittadini di Ostia si battono affinché la ex colonia venga riqualificata e sgomberata da chi, illegalmente, non solo la occupa, ma vi spaccia e delinque a spese dei romani. E se si è scelta una vocazione sociale della struttura perché non farci un centro per anziani, per minori abbandonati o un punto di aggregazione giovanile?”

Contrario anche Francesco Bucci, delegato di Forza Italia nel X Municipio, che parla di un “progetto inadeguato” per le nuove esigenze del territorio: ” Saremo al fianco dei commercianti, delle imprese e dei cittadini per impedire l’ennesima svalutazione del nostro territorio”. Il deputato Alessandro Battilocchio si spinge oltre con un’interrogazione parlamentare contro il progetto.

C’è, a ben guardare, un filo rosso che lega l’opposizione. La convinzione, più o meno esplicita, che una struttura così poteva dare di più. Poteva  dare lustro e una nuova qualifica al mare di Roma mentre il progetto attuale sembra andare in direzione contraria a quella promessa da Mario Falconi, di contrasto al degrado e alla micro-criminalità. Fare assistenza sociale vorrebbe dire, in questa prospettiva, andare contro l’interesse del territorio.

Una storia del ‘900

La storia di quella che diverrà la colonia Vittorio Emanuele inizia nel 1920 con l’architetto Piacentini, che costruisce un ospizio per i ragazzi romani, con refettori, sale da svago e un totale di ottanta posti. Nel 1927, fu la volta di Vincenzo Fasolo che ampliò il progetto già esistente, in modo che i ragazzi potessero fermarsi tutto il tempo che gli fosse necessario. In questo modo, la colonia divenne parte del tentativo di realizzare una profilassi antitubercolare. I bambini potevano così allontanarsi dalle famiglie per evitare il contagio: ad Ostia avevano quattro pasti al giorno e le cure elioterapiche. Per facilitare il passaggio alla spiaggia antistante fu costruito un sotto-passaggio. La storia, tuttavia, durò poco. Nel 1943, dopo appena undici anni di attività, l’edificio fu occupato dalle truppe tedesche e lasciato poco tempo dopo distrutto e abbandonato.

Tra il 1950 e il 1983 divenne un collegio per ospitare i bambini delle famiglie più povere di Roma. Dal 1983, diventa storia recente. Cosa ne sarà di uno degli edifici più conosciuti di Ostia? Assistenza, integrazione, futuro? Con il suo secolo di storia, l’ex colonia aspetta, silente, e si chiede se non ci sia una via per conciliare le parti…

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