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Latina, va a prendere i figli a scuola poi terrorizza la ex: “Mi schianto con loro a bordo”

2 marzo 2024 | 18:26
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Latina, va a prendere i figli a scuola poi terrorizza la ex: “Mi schianto con loro a bordo”

La donna ha ricostruito gli inquietanti episodi di violenza subita, anche quando era incinta. Poi il culmine, quando l’uomo ha minacciato di togliersi la vita insieme ai minori

Latina, 2 marzo 2024 – La Polizia di Stato di Latina ha tratto in arresto, in flagranza differita un uomo, classe 77’ , in quanto gravemente indiziato del reato di atti persecutori nei confronti della ex compagna, nonché madre dei suoi figli.

Le condotte persecutorie, protrattesi nel corso degli anni di convivenza con la donna, sono culminate in una richiesta di aiuto da parte della stessa, pervenuta nel pomeriggio del 29 febbraio alla sala Operativa della Questura di Latina. La donna aveva richiesto l’intervento delle pattuglie, in quanto terrorizzata dalle minacce del suo compagno, che nel prelevare i figli da scuola, le aveva dichiarato l’intenzione di togliersi la vita, schiantandosi con auto unitamente ai due minori.

A quel punto sono intervenuti i poliziotti della squadra volante che, recandosi presso l’appartamento dell’uomo, lo hanno trovato in casa insieme ai figli, questi ultimi visibilmente provati e con ancora indosso lo zaino di scuola.

La donna, giunta anch’essa sul posto e determinatasi a denunciare l’uomo, ha così iniziato a raccontare agli investigatori della Squadra Mobile di Latina il contesto di minacce e di violenze fisiche e psicologiche subite dal padre dei suoi figli negli anni di convivenza, condotte che l’avevano portata già dal 2017 a porre fine alla relazione e a trasferirsi unitamente ai figli minori presso la casa dei genitori.

La donna ha raccontato inoltre di non aver mai denunciato quelle condotte per paura di eventuali ritorsioni nei confronti suoi e dei figli; in più occasioni infatti sarebbe stata minacciata dall’uomo, anche con minacce di morte e in un’occasione questi le avrebbe anche puntato un’arma alla testa alla presenza dei figli, provocando in questi ultimi uno stato di autentico terrore.

La donna ha ricostruito agli inquirenti anche vari episodi di violenza fisica subita, tra cui uno avvenuto mentre era in stato di gravidanza, in attesa del loro secondo figlio.

Nonostante l’allontanamento dalla casa familiare e la fine della relazione, l’uomo non avrebbe interrotto le condotte persecutorie nei confronti della donna, tempestandola di telefonate WhatsApp fino ad arrivare al culmine avvenuto nella giornata di giovedì 29 febbraio, in cui l’uomo, nel corso della telefonata registrata dalla donna, le ha proferito la minaccia di togliersi la vita “sbattendo “ l’auto in cui si trovava con i figli, contro un palo.

Il contesto delineato dalla vittima, fatto di minacce e prevaricazioni, unitamente agli ultimi fatti documentati attraverso i file audio e le foto mostrate agli inquirenti e riferibili senza dubbio a condotte avvenute nelle 48 ore precedenti alla denuncia della stessa, hanno consentito agli inquirenti di procedere all’arresto dell’uomo, grazie allo strumento dell’arresto in flagranza differita, introdotto dalla Legge 24 novembre 2023, n. 168 recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, istituto applicabile nei casi di violenza domestica quando, fuori dalle ipotesi di flagranza o quasi flagranza, possa evincersi sulla base di documentazione videofotografica o altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica la inequivocabilmente commissione del fatto nelle 48 ore precedenti, nella cui casistica rientra anche la commissione del reato di atti persecutori previsto dell’art. 612 bis del c.p.

L’uomo, a seguito delle formalità di rito, su disposizione del P.M. di turno è stato condotto presso la casa circondariale di Latina, in attesa di giudizio di convalida.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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