Roma, guida spericolata con un’auto intestata ad una società “fantasma”

25 marzo 2024 | 12:36
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Roma, guida spericolata con un’auto intestata ad una società “fantasma”

L’uomo, un 61enne, aveva ricevuto oltre 100 multe mai pagate

Roma, 25 marzo 2024 – Circolava a bordo di una vettura intestata ad una società irreperibile, infrangendo ripetutamente il Codice della Strada e accumulando più di 100 sanzioni, tutte non pagate, quando è stato individuato e denunciato dagli agenti GPIT (Gruppo Pronto Intervento Traffico) della Polizia Locale di Roma Capitale.

L’uomo, un 61enne italiano, era il titolare di una società a cui risultava intestato il noleggio a lungo termine di un veicolo che, negli ultimi due anni, aveva ricevuto 118 sanzioni, di cui nessuna regolarmente pagata. Ad accorgersi delle anomalie l’ufficio Validazione Illeciti della Polizia Locale, dove è stato accertato che il veicolo, una Renault Captur, era stato oggetto di ben 59 verbali per eccesso di velocità all’interno della Galleria Giovanni XXIII, nell’arco soli tre mesi. Partito immediatamente l’alert, è stato avviato un accurato lavoro di indagine per individuare il responsabile, non più reperibile presso la sede societaria di noleggio, in cui per mesi è stato impossibile notificare i verbali relativi alle infrazioni commesse.

Le verifiche hanno evidenziato inoltre che il veicolo, risultato anche non assicurato, era stato oggetto di una denuncia per appropriazione indebita da parte della società proprietaria, che ne aveva dichiarato la perdita di possesso, vista la mancata restituzione al termine del noleggio. Gli agenti del GPIT, una volta individuato, hanno contattato, tramite un escamotage, il legale rappresentante della società irreperibile.

Progressivamente incalzato dai caschi bianchi, l’uomo non ha potuto che ammettere di essere l’utilizzatore del veicolo, che è stato subito posto sotto sequestro. Nei confronti del 61enne, oltre alla denuncia per appropriazione indebita, gli operanti hanno avviato le procedure previste per la notifica di tutti verbali mai pagati.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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