Perché i vini Ferrari sono così premiati
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Perché i vini Ferrari sono così premiati

16 maggio 2019 | 8:0



I vini Ferrari sono il frutto di una delle produzioni vitivinicole di maggior successo non solo nel nostro Paese, ma a livello internazionale, come dimostrano i molteplici riconoscimenti che vengono assegnati con regolarità alle bollicine italiane. Per esempio, nel 2019 da Wine Advocate sono giunti punteggi di vertice, per tutte le proposte superiori a 92 centesimi. La nuova versione Rosé del Giulio Ferrari Riserva del Fondatore si è garantita addirittura 98 centesimi, ma ottimi riscontri caratterizzano anche lo Chardonnay di montagna, a cui sono stati assegnati 94 centesimi per l’annata 2011.

I pregi dei vini Ferrari

Per conoscere più da vicino le bollicine Ferrari basta navigare sul sito https://www.ferraritrento.com/it/; da notare per esempio la qualità del Ferrari Perlé Trento doc, ritenuto da Wine Advocate il miglior Metodo Classico in relazione al rapporto – valore qualità per l’annata 2012, con un punteggio di 93 centesimi. Ma quali sono i segreti di queste produzioni da Metodo Classico che contribuiscono a renderle così pregiate e ad aumentarne il prestigio?

Il processo di realizzazione

Tutto dipende dal processo di realizzazione, frutto di grande precisione e di altrettanta passione, che prevede il divieto di aggiungere anidride carbonica. Le bollicine, infatti, devono essere prodotte dai lieviti che fermentano insieme con gli zuccheri. Questo è il procedimento che ha fatto sì che i vini Ferrari diventassero tanto famosi in ogni angolo del pianeta. Per il Metodo Classico, si comincia con la pressatura delle uve, che precede la fermentazione: quest’ultima si basa sul ricorso a zuccheri e lieviti scelti. Dopodiché è il momento della calibrazione degli zuccheri, che determina la produzione delle bollicine: a questo punto si può imbottigliare il vino, e tutte le bottiglie sono lasciate a riposare in posizione orizzontale, perché la loro maturazione si evolva come necessario.

La maturazione delle bottiglie

Gli zuccheri, nel giro di alcuni mesi, arrivano a esaurimento, e la pressione in bottiglia cresce in maniera graduale: è proprio così che si ottiene il tipico effetto perlage, che rappresenta una caratteristica distintiva di queste produzioni così riconoscibili. In seguito il processo di remuage può iniziare: si tratta di rimettere le bottiglie in posizione verticale, affinché le impurità possano essere rimosse (di solito esse si trovano nel collo della bottiglia). Dopo che il collo di ogni bottiglia viene portato a basse temperature e congelato, si stappa per far sì che la pressione che nel frattempo si è venuta a creare elimini il deposito. La bottiglia, di conseguenza, può venire tappata in modo definitivo.

Una lunga e certosina lavorazione

Come si può intuire, lavorazioni di questo tipo presuppongono un impegno notevole in termini di tempo, ma sono fondamentali per garantire risultati migliori di quelli che potrebbero essere assicurati da processi più veloci. In questo caso non viene simulata la spumantizzazione perché non viene aggiunta anidride carbonica dall’esterno.

I riconoscimenti attribuiti ai vini Ferrari

La pazienza viene, però, ripagata attraverso i numerosi riconoscimenti che vengono assegnati ai vini Ferrari con il passare del tempo: il Wine Advocate ha premiato, tra l’altro, il Ferrari Perlé nero per l’annata 2010 con 95 centesimi e per l’annata 2006 con 96+ centesimi, mentre il Perlé Zero Cuvée Zero 11 si è visto attribuire un punteggio pari a 94 centesimi. Ma non è tutto, perché meritano di essere messe in risalto anche le ottime performance del Ferrari Perlé Rosè, che per il 2012 è arrivato a 94+ centesimi dopo i 93 centesimi conquistati per il 2001. Non si può dimenticare, in conclusione, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, che è passato dai 95+ centesimi per il 1992 a una valutazione di 97 centesimi per il 2007.