Nettuno, una corona di alloro per non dimenticare

27 gennaio 2009 | 15:22
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Nettuno, una corona di alloro per non dimenticare

Chiavetta: Rendiamo omaggio a chi si è opposto all’orrore delle persecuzioni e delle leggi razziali

Il Faro on line – Questa mattina alle 9,30 il Sindaco Alessio Chiavetta si è recato presso l’ingresso del parco Palatucci per la commemorazione del Giorno della Memoria, ricorrenza che ricade nel giorno in cui furono finalmente aperti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, liberando i prigionieri sopravvissuti. Di fronte al picchetto d’onore della Polizia di Stato e accompagnato dai rappresentanti dei corpi di polizia e delle forze militari operanti sul territorio di Nettuno, il Sindaco Chiavetta ha deposto una corona floreale all’ingresso del parco cittadino che prende il nome dal questore Giovanni Palatucci, ucciso dai nazisti nel campo di sterminio di Dachau. Questo il discorso pronunciato dal Sindaco Chiavetta:
“Il Giorno della Memoria, una ricorrenza voluta dal Parlamento italiano, ha per noi italiani un doppio significato: le tragedie che sono accadute più di sessant’anni fa non devono essere dimenticate in alcun modo, e lo Stato italiano si è macchiato di una colpa non cancellabile come le leggi razziali, un’imposizione voluta da una dittatura per soddisfare un’altra dittatura ancor più crudele e spregevole. Non tutti gli italiani hanno accettato queste ingiustizie, o-perandosi di nascosto per aiutare uomini e donne perseguitati e spesso pagando con la vita il proprio impegno a difesa degli altri; tra di loro noi vogliamo ricordare Giovanni Palatucci, commissario di Polizia e quindi proprio un uomo dello Stato a cui doveva obbedienza. Palatucci rimase al suo posto nella Questura di Fiume nonostante l’occupazione nazista: nella cittadina istriana, divenuta ormai una provincia dell’impero germanico, il funzionario di Polizia si operò per fornire ad ebrei e ai ri-cercati dalle SS tutti i visti necessari per fuggire in aree più sicure, avvisando la popolazione dei ra-strellamenti dei soldati tedeschi; è stato calcolato che circa cinquemila persone siano riuscite a sal-varsi grazie a lui. Giovanni Palatucci ha pagato questo suo impegno con la vita: i tedeschi infatti lo fecero prigioniero e lo condussero nel campo di sterminio di Dachau, dove il commissario morì il 10 febbraio 1945, a pochi giorni dalla liberazione. Aveva solo trentasei anni”.
La data del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, coincide con l’arrivo dell’Armata Rossa ai cancel-li di Auschwitz, il più tristemente famoso campo di concentramento messo in piedi dalla follia nazi-sta. Le vittime si contano a milioni: ebrei, omosessuali, zingari, testimoni di Geova, giunti nei cam-pi di concentramento da tutte le nazioni d’Europa; i sopravvissuti usciti da quei luoghi di follia or-mai sono rimasti in pochi, ed è per questo che gli italiani hanno avvertito la necessità di fissare una data con cui perpetuare il ricordo, perché tali orrori non si ripetano mai più e perché la storia ci in-segni a non rimanere immobili di fronte ai tentativi di revisionismo e di cancellazione della verità storica.