Anzio e Nettuno festeggiano l’approdo di Maria Santissima delle Grazie

28 aprile 2010 | 14:50
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Anzio e Nettuno festeggiano l’approdo di Maria Santissima delle Grazie

Venerdì 30 aprile inaugurazione della mostra di costumi rinascimentali presso il Museo di Villa Adele

Il Faro on line – Ad Anzio, in occasione del 460° anniversario dell’approdo della Madonna delle Grazie sul litorale, presso il Museo Civico Archeologico di Villa Adele, è stata organizzata una mostra di costumi rinascimentali per dare un’idea del vestiario dell’epoca.
La mostra, che sarà inaugurata venerdì 30 aprile alle ore 18.00 (visitabile tutti i giorni fino al 9 maggio), non vuole essere un saggio sul costume, ma  una piccola rappresentazione della “superba eleganza del costume italiano del Cinquecento”.

“Abbiamo voluto omaggiare una sartoria teatrale – dice la curatrice della mostra, Marina Sciarelli – che da quarant’ anni lavora per  opere liriche,  teatro e rievocazioni storiche, dando risalto al grande artigianato italiano. Sono vesti realizzate grazie ad un attento lavoro di collaborazione tra costumisti e sartoria”.

Importantissimo, per la ricostruzione di un abito d’epoca, è lo studio che dei dipinti, degli arazzi, degli epistolari, dei manoscritti, dei documenti notarili e degli abiti veri dell’epoca, purtroppo rari, che sono disponibili. Preziosi sono anche “i conti d’abbigliamento”: spesso mercanti e cittadini annotavano accuratamente, sotto la voce “spese di casa”, ciò che spendevano per i loro vestiti e per quelli della loro famiglia.

Ma cosa ancora più specifica per lo studio del costume sono i regali fatti alla servitù, ai contadini, agli scudieri con la nota dell’abito. Nei conti compaiono le quantità di stoffa comprata, la natura del panno (velluto, fustagno…), il colore (vermiglio, sanguigno, paonazzo…), l’origine del panno (Londra, Lucca…), il venditore, il peso, la fodera (sindone, agnello, coniglio…), il prezzo ( a palmo, a braccia).

La mostra “Costumi Rinascimentali” vuole accompagnare il visitatore a scoprire  gli strumenti che i costumisti più frequentemente usano per la realizzazione di un costume d’epoca. Mettendo in esposizione anche i  libri, si è  voluto svelare dove si trovano quei dettagli che emergono dalle opere pittoriche senza però voler trascurare lo studio dei fatti storici e dei rapporti sociali. Il costume è la funzione dell’abito all’interno di una precisa cultura …una sua rappresentazione.
E come accade spesso, in tempi di decadenza politica ed economica quando la ricchezza va accentrandosi in poche mani, il lusso emerge proprio per quel che riguarda il vestiario. Così il costume rispecchia nettamente il periodo rappresentato con la manifestazione: “il 1550”.

Le fogge del vestiario si irrigidiscono, soprattutto quelle femminili, in una artificiosità  che risente dell’influsso del gusto spagnolo e del suo rigore morale.

“… L’attaccatura bassa delle maniche mette armoniosamente in evidenza la linea delle spalle, in tutta la sua ampiezza, la scollatura quadra sottolinea la larghezza del busto, la vita segnata per le donne, i calzoni al ginocchio per gli uomini, sono elementi che tagliano la figura invece di esaltarne lo slancio come le mode gotiche. Lo stile dell’abbigliamento è ispirato non più all’acerba grazia dell’adolescenza, come nel Quattrocento, ma alla vitalità della giovinezza, al suo fiorente rigoglio. Scompare dunque nell’uomo la figura dell’efebo quattrocentesco e si afferma il carattere mascolino con vesti comode  ed ampie, con la braghetta che assume il carattere di un’audace e impudente figurazione fallica…”

“…Caratteristica della seconda metà del cinquecento è la gorgiera, che dà quella allucinante visione della testa staccata dal resto della persona. La veste della donna  tesa su una carcassa di vimini o di metallo non asseconda più la dolce mollezza delle curve femminili, ma si irrigidisce seguendo un astratto schema  geometrico che si allarga a forma di imbuto in alto verso le spalle, in basso fino al suolo, nascondendo i piedi…”

”La superbia attira l’arte dell’abbigliamento nella sfera delle passioni e della sensualità, dove quelle qualità che formano l’essenza dell’arte, cioè la misura e l’armonia, finiscono per scomparire”

Allestimento e cura della Mostra
Marina Sciarelli costumista