‘Custodiamo la nostra storia’… ad Ardea

20 ottobre 2010 | 01:48
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‘Custodiamo la nostra storia’… ad Ardea

Iniziativa promossa dall’Unpli per la salvaguardia e la tutela delle tradizioni locali

Il Faro on line – Custodiamo la nostra storia è il nome dell’iniziativa promossa dall’UNPLI (Unione Nazionale delle Pro Loco Italiane) alla quale ha aderito anche la Pro Loco di Ardea. L’obiettivo principale è quello di “sensibilizzare i nostri legislatori – si legge nella nota dell’UNPLI – a prestare particolare cura e attenzione alla salvaguardia e tutela delle tradizioni locali ricche di variegate sfaccettature che potremo sintetizzare in Patrimonio Culturale Immateriale (così come definito dall’UNESCO). La storia e la cultura di un popolo ne rappresentano l’identità su cui formare le nuove generazioni e tale storia va gelosamente custodita, tutelata e promossa. In questo ambito va riconosciuto l’alto valore della secolare attività delle Pro Loco italiane”.
Il Sindaco Carlo Eufemi ha raccolto, nelle scorse settimane, la proposta del Presidente della Pro Loco di Ardea Rossano Tantari firmando la petizione e dando sostegno all’iniziativa.
“Un’iniziativa interessante – ha dichiarato il Sindaco – per la tutela del grande patrimonio storico-culturale del nostro paese. Ringrazio il Presidente Tantari e invito la cittadinanza a partecipare”.

“Con il titolo di ‘Custodiamo la nostra storia’– si legge nella nota diffusa dalla Pro Loco di Ardea – è stata depositata lo scorso 11 giugno 2010 una proposta di legge di iniziativa popolare che dovrà essere corredata da almeno 50.000 firme di cittadini elettori per essere ufficialmente presentata al Parlamento entro il prossimo mese di dicembre. La nostra Pro Loco sarà parte attiva in questo processo di raccolta delle firme che coinvolgerà non meno di 5.000 piazze Italiane dove sono attive altrettante associazioni Pro Loco. Raccoglieremo firme quindi non tanto di protesta o contro qualche provvedimento bensì per promuovere una legge di cui sentiamo profondamente l’esigenza in un contesto di globalizzazione così esasperata da mettere a repentaglio le tante eccellenze della tradizione dei centri minori”.