Avetrana, bufera sugli scoop venduti

28 ottobre 2010 | 19:19
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Avetrana, bufera sugli scoop venduti

Il Faro on line – Basta con la spettacolarizzazione tv della vicenda di Sarah Scazzi: è il senso del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, che ha deciso oggi di inviare una segnalazione sul caso al Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni televisive. «Lo spazio che gli organi di informazione hanno dedicato al delitto di Avetrana – sottolinea tra l’altro l’Agcom in una nota – ha suscitato polemiche che impongono una seria riflessione sulla trasposizione mediatica dei fatti tragici e delittuosi, sulla diffusione di indiscrezioni e illazioni che pongono sotto nuovi aspetti il problema della tutela della dignità umana e della protezione dei minori». Oggi a tenere banco, infatti, è la bufera su foto e interviste pagate dal circo mediatico – con tre legali nella bufera – per avere notizie fresche sulla quindicenne morta, una storia che inizia ad avere le tinte di un fiction televisiva. Salta fuori che la grande accusata dell’omicidio, Sabrina, per andare in televisione a piangere finte lacrime sulla morte di quella che diceva essere la sua migliore amica, pretendeva fior di soldi.

La vicenda ha pesanti ricadute sui tre legali. Oggi l’Ordine degli avvocati li ascolterà cercando di capire se davvero siano stati violati i principi deontologici nella gestione di questo caso. Daniele Galoppa, difensore di Michele Misseri, in un’inchiesta di una tivù sul mercato nato ad Avetrana, si confessa. «Sì mi sono fatto pagare per andare in televisione. Qual è il problema? Lo fanno tutti, non capisco perché non dovrei farlo anche io. Alcune trasmissioni pagano, è vero, ma bisogna saperci fare». E Daniele Galoppa racconta ancora: «Anche Cosima e Sabrina sono state lautamente compensate».

Intanto lo studio legale coinvolto nelle polemiche, (marginalmente, in quanto i titolari dello studio erano all’oscuro di tutto), hanno fatto partire un telegramma di revoca del mandato al consulente che l’altro ieri aveva chiesto ottomila euro per diffondere delle foto. Nella giornata di ieri, a casa del consulente e nei locali a sua disposizione i militare dell’arma hanno effettuato delle perquisizioni. Anche Claudio, il fratello di Sarah, ha avanzato le sue richieste: ma sono ben più genuine e tenere. «Quando – racconta – ho partecipato a “La vita in diretta” (ndr, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere di sua sorella) ho chiesto come compenso di parlare con un esperto di satelliti per capire se era possibile individuare una foto di via Deledda nel momento un cui Sarah è sparita. Per un’altra intervista ho preteso un esperto di telefonia che mi ha spiegato il funzionamento delle celle. Ora voglio costruire una casa di ricovero per cani ad Avetrana, in memoria di Sarah: ecco, se volete un’intervista mi dovete aiutare in questo».

Il Procuratore capo Franco Sebastio si è detto molto amareggiato perché, ha detto all’agenzia ApCom: «Le sembra giusto che io debba stare fino a tarda notte in una caserma dei carabinieri per valutare le azioni su fughe di notizie, che peraltro intralciano anche il nostro lavoro, invece di concentrarmi interamente con i miei collaboratori sulle indagini»; e non solo sul caso Scazzi, che è al primo posto ma, osserva Sebastio, «non può paralizzare il lavoro di una Procura di frontiera».

Si attendono i risultati dei Ris sui reperti recuperati durante le fasi delle indagini sull’omicidio di Sarah Scazzi. Sabrina Misseri trovò in casa della cugina Sarah, scomparsa poche ore prima, un suo diario, ma non lo consegnò subito agli investigatori, conservandolo per alcuni giorni prima di darlo ai carabinieri della Stazione di Avetrana. La circostanza emerge indirettamente da interrogatori di ’persone informate sui fattì sentite dai carabinieri nel corso delle indagini.
(Fonte www.lastampa.it)