Il Convitto Nazionale a Palazzo Reale

6 aprile 2011 | 21:17
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Il Convitto Nazionale a Palazzo Reale

Il Faro on line – La IV A liceale classica europea del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma, accompagnata dal Prof. Eugenio Paoletti, in occasione delle  celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia ha fatto visita al Palazzo Reale di Caserta, uno dei monumenti artistico-architettonici più visitato d’Europa, edificato nel 1752 da Luigi Vanvitelli su commissione di Carlo di Borbone secondo sovrano (il primo fu Filippo V) della dinastia borbonica che ha regnato sul mezzogiorno d’Italia fino al 1860. La dott.ssa Dolores Peduto della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, durante la visita al parco, ha mirabilmente informato l’attenta scolaresca circa le specie floreali e faunistiche presenti nella meravigliosa oasi verde che rappresenta un fiore all’occhiello per Terra di lavoro e per l’intero Mezzogiorno. 

Pasquale Maria Sansone

Reggia di Caserta – La storia

In una delle più belle pianure d’Italia, la “Terra di Lavoro”, Carlo di Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie, incaricò l’architetto Luigi Vanvitelli di progettare una Reggia pulifunzionale, in grado di rappresentare magnificenza e grandezza, collocandolo nel più ampio progetto di riorganizzazione amministrativa dello Stato. I vari Borbone che si susseguirono al trono utilizzarono il palazzo per caccie, feste, Federinando II lo utilizzo come residenza. Carlo di Borbone maturò tra il 1740 e il 1750 l’idea di costruire a Caserta una nuova capitale. Per costruire la futura Reggia di Caserta occorreva architetti di prima grandezza, i primi disegni elaborati dagli architetti napoletani tra i quali quello del giovane Mario Gioffredo su commissione del primo ministro Fogliani non furono approvati sia per motivi diplomatici sia per motivi di opportunità. I disegni di Gioffredo, elaborati precedentemente a quelli casertani, mostrano una città fortificata, dove l’edificio della reggia si presenta a pianta quadrata racchiudendo nove cortili, il cui centrale viene occupato da un vestibolo ottagonale. La struttura è cinta da fossati e bastioni, circondata da quartieri militari. In una seconda rielaborazione del progetto la struttura venne significativamente ridimensionata mantenendo al contempo l’aspetto di roccaforte. Il progetto scelto fu quindi quello del Vanvitelli, anche se molti elementi della soluzione di Gioffredo furono poi ripresi.