Benedetto Trani: gli “scatti” di una vita

7 aprile 2011 | 14:56
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Benedetto Trani: gli “scatti” di una vita

L’evento iniziarà sabato 9 aprile

Il Faro on line – “1919 – 2011: Una vita per la fotografia”. Sabato 9 aprile si terrà una mostra dedicata a Benedetto Trani organizzato dall’Associazione Pro Loco Fondi, in collaborazione con il Comune di Fondi, il Creia e la Banca Popolare di Fondi.
Già a 10 anni, Benedetto Trani, mostra interesse verso il lavoro del genitore Nicola (1885-1952), e questi l’anno seguente gli affida per la prima volta la macchina da presa, incitandolo a realizzare la sua prima fotografia: quella del castello di Fondi, simbolo perenne della città, baluardo e sentinella, osservatore delle vicende che hanno attraversato più di otto secoli di storia.
L’evento a lui dedicato, inizierà alle ore 18,30 nella chiesa di San Pietro, dove sarà celebrata una Messa in suffragio. Alle ore 19,00, nel Palazzo Caetani, dopo i saluti del Sindaco di Fondi Salvatore De Meo, verranno rese le testimonianze, intervallate da proiezioni di filmati, di: Don Luigi Mancini, Luigi Parisella, Raniero De Filippis, Giovanni Pesiri, Marco Grossi, Fulvia di Sarra, Gaetano Carnevale, Virginio Palazzo. La serata sarà condotta dal giornalista e presidente della Pro Loco Fondi, Gaetano Orticelli.

La mostra fotografica sarà aperta al pubblico fino al 30 aprile 2011. Orari: mattina tutti i giorni 10:00/13:00; pomeriggio lun/ven 16:30/19:30 – sab/dom 16:30/20:30.

Una vita vissuta fino alla fine quella di Benedetto Trani, tanto che i suoi ultimi scatti fotografici risalgono al mese di settembre 2010, quando, poco meno di quattro mesi prima della sua morte, ha eseguito il servizio fotografico di Fondi ripresa dall’alto, salendo a bordo di un aeromobile leggero. Un grande maestro della fotografia italiana e un fondano illustre, cui Fondi rende omaggio e ringrazia.

BIOGRAFIA DI BENEDETTO TRANI

E’ del 1905 la prima foto scattata da Nicola Trani (1885-1952), pioniere della fotografia a Fondi, Cavaliere del Regno per meriti artistici e professionali. La sua attività ha prodotto migliaia di immagini, purtroppo quasi tutte andate perse durante la guerra, di luoghi e volti: la storia di una terra antichissima, bella e ricca.
Il secondo dei figli Benedetto, nato a Fondi il 27 febbraio 1919 al 40 di Via Giambattista Vico, già a 10 anni mostra interesse verso il lavoro del genitore, e questi l’anno seguente gli affida per la prima volta la macchina da presa, incitandolo a realizzare la sua prima fotografia: quella del castello di Fondi, simbolo perenne della città, baluardo e sentinella, osservatore delle vicende che hanno attraversato più di otto secoli di storia.
Fino al 1939 Benedetto Trani è costantemente a fianco del padre nel lavoro quotidiano di ripresa, sviluppo e stampa, con mezzi ancora rudimentali, l’acqua per il lavaggio da attingere in un andirivieni al fontanino della Piazza del Pesce, camere oscure attrezzate in locali poveri e scomodi ma avvolti dal fascino della continua scoperta di questa nuova arte. E’ il periodo dell’apprendimento, della formazione, della curiosità verso il lavoro dei fotografi degli importanti studi romani come Petri e Luxardo.
Trani è infaticabile nel lavoro, continuamente attento ai progressi della fotografia, curioso di conoscere il mondo, tanto che diventa corrispondente del “Messaggero” per la provincia di Latina ed allo scoppio della guerra è inviato a Tripoli, poi oltre il confine egiziano, come corrispondente della specifica Sezione Fotografica del Comando Africa Settentrionale.
Quelli che Benedetto Trani realizza durante le fasi del ripiegamento delle nostre truppe a Bengasi sono documenti di così grande efficacia che il regista Augusto Genina ne trarrà spunto per il film “Bengasi” vincitore a Venezia della Coppa Mussolini come miglior film italiano.
Arriva a Castelvetrano alla fine della guerra, dopo un avventuroso viaggio a bordo di un aereo in partenza da Tripoli, grazie al fondano Del Trono, ufficiale dell’aeronautica italiana.
Non ha un progetto preciso per il futuro, ma ha ancora con sé la sua macchina fotografica e nel suo destino c’è Ancona che raggiunge dopo un tortuoso viaggio di tre giorni su un camion.
Lo aspetta Ivo Mendolesi, giornalista e fotoreporter romano, con lui nella campagna di Africa, con il quali  apre il primo laboratorio fotografico dove un giorno arriva timida una ragazza a farsi ritrarre: è il colpo di fulmine, Anna Maria Perfetti diventa in breve sua moglie dalla quale avrà gli adorati figli Massimo e Tiziana.
Da quel 1946 ad Ancona Trani ha fotografato tutto e tutti, ma non si ferma, per sé sceglie l’epopea pionieristica cercando nuove frontiere e perlustrando tra i primi in Italia la possibilità della fotografia e colori. Risale al 1956 la sua prima immagine a colori che riproduce su pellicola Ferrania una ballerina del varietà ripresa dietro le quinte del Teatro Goldoni di Ancona.
Nel 1960 apre il primo laboratorio d’Italia per la stampa delle foto a colori dove lavora fino al 1972, anno in cui si dedicherà prevalentemente alla fotografia industriale, venendo insignito del titolo di cavaliere ufficiale della Repubblica per meriti di lavoro. Poi, all’apice della carriera, l’ombra della lunga malattia e la conseguente scomparsa di Anna fanno riaffiorare le tracce indelebili lasciate nel suo animo dalla malinconia che lo accompagna fin dalla prematura mancanza di sua madre.
Da allora Trani avvolge le sue donne di cromie forti tra le quali predomina il rosso, colore dell’Amore e della Morte. Rosso come il sangue, come la vita che scorre via veloce, come il sentimento sfrenato ed inarrestabile, come Eros e Thanatos.
Trani ha avuto tutto da Ancona: l’accoglienza, gli affetti, il rispetto, la fortuna, la gloria. Anche lui ha dato tutto alla città: la passione nell’arte e nel lavoro, l’insegnamento agli appassionati di fotografia, la disponibilità continua verso nuove produzioni. Ma Fondi è rimasta sempre un punto di riferimento, che dapprima occasionalmente, quindi con più intensa frequenza, è tornata ad apparire in tutta la sua straordinaria forza evocativa e sentimentale, tant’è che dal 2000 e fino alla sua morte vi ha realizzato mostre, dedicato pubblicazioni – memorabile e di grande successo La mia Fondi – e trascorso periodi sempre più lunghi in cui la sua vulcanica mente ha partorito progetti per altre opere.
Nell’agosto 2010, durante l’ultima mostra “Sperlonga nel cuore” sale a bordo di un piccolo aereo per effettuare scatti destinati ad un volume sulla campagna di Fondi, che riteneva  simile alla tavolozza di un impressionista: l’ultimo dei suoi progetti che resta in attesa di essere realizzato.
Muore ad Ancona, tra le braccia dei figli, il 10 gennaio 2011.