“Le mie dimissioni? Un diverso modo di fare opposizione”

18 aprile 2011 | 05:07
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“Le mie dimissioni? Un diverso modo di fare opposizione”

Calicchio rilancia un’idea politica che possa portare il centrosinistra a vincere le elezioni

Il Faro on line – Che cosa sta succedendo nel Partito democratico di Fiumicino? Tira forse aria di crisi? Durante il consiglio comunale di martedì 12 aprile, in cui all’ordine del giorno era inserita la nomina del nuovo collegio dei revisori dei conti, si è verificato “qualche” problema. Ed al termine dei lavori dell’assise, “prematuramente” interrotti per mancanza del numero legale, ci sono state le contestazioni del gruppo consiliare di Italia dei valori e dell’Unione di centro, mentre sin dal mattino circolavano le voci sulle dimissioni dalla carica di capogruppo Pd di Paolo Calicchio (nella foto). Voci che hanno trovato conferma giovedì 14 aprile quando Calicchio le ha formalizzate alla presidenza del consiglio. L’ex capogruppo ci ha rilasciato un’intervista.

Perché le dimissioni da capogruppo? Fanno rumore dopo i “fatti” della nomina del revisore dei conti…
La questione dei revisori dei conti è solo una brevissima parte delle mie motivazioni. Le  dimissioni significano invece  da una parte una serena presa d’atto di una diversa sensibilità del gruppo nel modo di intendere l’opposizione; dall’altra la necessaria richiesta di assunzione di responsabilità verso chi di questa sensibilità nel gruppo ne è espressione. Non condivido la linea troppo “delicata”, diciamo di “convergenza”, nei confronti della maggioranza di centrodestra che da troppo tempo si vuole far passare in consiglio. Spesso la mediazione ha trascinato il gruppo Pd, me compreso, verso votazioni non consone al ruolo di opposizione che purtroppo le ultime elezioni ci hanno ritagliato. Questa continua ricerca dell’”opposizione costruttiva” crea, a mio avviso, confusione nel corpo elettorale. Intendendo diversamente ruolo di opposizione, che  non condivido, mi sono trovato spesso in minoranza. Ovvero tre consiglieri contro uno.  Lascio dunque la mano non per questioni di mozioni. Né per questioni di appartenenza o passato politico, ma semplicemente perché non credo si possa mediare con la maggioranza di cui  non ho condiviso né il candidato né il programma. Dopo tre anni di esperienza in consiglio non riesco a trovare punti di mediazione con chi è artefice dello sfacelo della città. Una maggioranza alla quale non si  può concedere nulla che non sia frutto di ragionamento d’insieme, sulla base di idee alternative e soprattutto alla luce del sole.
Non pensa che le sue dimissioni susciteranno  perplessità e  dubbi tra gli elettori sulla solidità e compattezza del partito?
Al contrario, io credo che questo mio atto possa dare maggior forza e consapevolezza di sé ad un partito giovane e ancora in crescita. Le mie dimissioni sono al servizio della preparazione ulteriore del gruppo dirigente comunale, soprattutto nell’elaborazione di quella linea che ancora manca ma che va concordata, pazientemente e faticosamente, tenendo conto di tutte le diverse sensibilità di cui il Pd è ricco. Le dimissioni non possono che far riflettere sull’esistenza di due diverse anime all’interno del Pd, partito “pluralista e democratico”…
Pluralista ma in crisi d’identità?
Io spero invece che le mie dimissioni facciano riflettere, ma sulla ricchezza del nostro partito. Le diverse anime debbono trovare per forza delle mediazioni tra loro ma avere chiaro però che il risultato da raggiungere è la realizzazione giornaliera di una alterità e discontinuità a questa brutta politica locale. E che se si deve fare opposizione si deve essere chiari, nei temi, nei modi e nella comunicazione. A cominciare anche dal concetto che un diritto dell’opposizione non può essere scambiato come concessione del sindaco. In ogni caso non accetto lezioni di bon ton né dall’UdC,  cui rimprovero molte votazioni dubbie, né dall’IdV, troppo spesso smodata e inconcludente nel suo modo di fare politica. Dunque non direi crisi di identità, ma identità non ancora costruita.
Quale la strada intende seguire da consigliere e da esponente del Pd d’ora in avanti?
Sono un uomo del Pd e dunque come consigliere del Pd sarò di supporto al segretario e al futuro capogruppo per ragionare intanto su come vigilare sull’attività della maggioranza, su come fare opposizione efficace e incisiva in consiglio e su come vincere fra due anni le elezioni. Come esponente e fondatore del Pd locale voglio contribuire ad offrire agli elettori idee e immagini diverse ma molto più chiare di quanto la politica locale offra oggi.
Di che cosa pensa abbia bisogno la città di Fiumicino e soprattutto gli elettori? Cosa risulterebbe più efficace?
La città di Fiumicino e i  suoi cittadini hanno bisogno di una classe politica diversa da quella attuale, più matura, più consapevole e che sappia davvero a lavorare per il bene esclusivo della collettività. Sicuramente un cambio generazionale sarebbe auspicabile. Ci vorrebbe una l’emancipazione di molti da temi troppo personalistici. E anche una rivoluzione culturale. Ma di tutti, anche dei cittadini.
Può riassumerci brevemente la “contraddizione” scoppiata a proposito della nomina del revisore dei conti? Era davvero “l’unico modo per ottenere qualcosa dal centrodestra”, come ha spiegato il segretario Saoncella?
Quello che è accaduto in aula ormai è passato ed è anche stato frutto della mia non specifica conoscenza della legge. Certo una parte negativa l’ha avuta anche la maggioranza che ha imposto tempi di riflessione sul tema troppo ristretti. In ogni caso ritengo che si sarebbe potuto perseguire un’altra strada. Ripeto: un membro del collegio dei revisori dei conti è per legge indicato dall’opposizione, era dunque un nostro diritto, ovviamente da raggiungere alla luce del sole trattando con gli altri partiti di minoranza. Ma il problema è insito anche negli altri partiti e sul loro intendere il significato di opposizione. Bisognerebbe capire chi e come fa opposizione in consiglio. Spesso ho lanciato come capogruppo del Pd, anche pubblicamente, l’idea di un coordinamento delle opposizioni, ma sono stato inascoltato e sottovalutato anche da chi oggi grida allo scandalo.
Che ruolo si attende le venga affidato adesso dal partito?
C’è tanto da fare. Soprattutto ci sono molti da convincere e rimotivare. Penso al  40% degli elettori che nella passata tornata elettorale non hanno votato. Sono sicuro che l’attuale segreteria saprà mettere a frutto l’esperienza che ho maturato come capogruppo in consiglio per elaborare una efficace strategia di riconquista della città.
Maria Grazia Stella