“Ripascimento, perché Happy surf è stato escluso?”

18 aprile 2011 | 04:45
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“Ripascimento, perché Happy surf è stato escluso?”

Albertini, titolare del chiosco di Ostia Ponente, ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica

Il Faro on line – “Ricostruzione della costa? Ripascimento? Per Ostia Ponente sono stati stanziati soltanto 448 mila euro. E per quanto riguarda Happy surf, bene, siamo stati completamente ignorati. I 15 milioni di cui si parla sono tutti destinati a Ostia Levante, dal Canale dei pescatori in avanti”. Amaro lo sfogo di Stefano Albertini, ostiense doc, da trent’anni impegnato nello sport e nel sociale nonché storico titolare di Happy surf, il chiosco-punto di riferimento di giovani e meno giovani di lungomare Duca degli Abruzzi. In merito agli interventi in corso che prevedono il posizionamento dei cosiddetti “pennelli a T”, una serie di rocce naturali disposte sott’acqua e in prossimità della costa con la funzione di impedire al mare di asportare la sabbia durante le mareggiate, Albertini è critico. Critico perché in realtà dei tre lotti oggetto di ricostruzione ne sarà realizzato uno solo. E critico soprattutto perché Happy surf è stata, come si diceva, “ignorata”. “Siamo “spariti” dal progetto”, spiega il titolare della struttura. “Sono più di tre mesi che sollecitavamo l’apertura di un varco di 50 metri per garantire la sicurezza a mare del nostro impianto, notoriamente all’avanguardia quanto a sicurezza, ma alle nostre ripetute richieste all’Ardis ci è stato risposto che mancano i fondi. Dunque niente lavori! Forse ci sarà “concessa” un’apertura di 25 metri”, prosegue Albertini che martedì 5 aprile, rendendo più incisiva la propria esasperazione, ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica. La ditta che sta eseguendo i lavori è stata diffidata ma, denunce a parte, la situazione che descrive il titolare di Happy surf, insegnante e campione sportivo che si batte per la riqualificazione di Ostia ponente attraverso iniziative di carattere sociale, è drammatica. “Dopo trent’anni di lavoro e di sacrifici, sto pensando di chiudere: sono abituato a lavorare sodo ma adesso mi sento stanco e demotivato. Perché Happy surf è stato escluso dagli interventi? Avevo persino dato disponibilità alle istituzioni di effettuare a mie spese il ripascimento ma come affrontarlo? Con quali soldi? Non posso permettermi di spendere 20, 25 mila euro per ripristinare la sabbia. Eppoi”, continua, “rimane tutt’ora indefinita la questione dell’assegnazione: ho avuto una proroga fino a dicembre di quest’anno in attesa del bando. Sono due anni che la concessione viene prorogata!”. Una situazione, questa, difficile, che crea incertezza ed alimenta la  preoccupazione delle associazioni e delle cooperative che fanno pressioni perché il bando finalmente sia pubblicato. Anche se le polemiche  non mancheranno. Recentemente Angelo Paletta, capogruppo municipale dell’Unione di centro, ha inscenato una “clamorosa” protesta incatenandosi davanti all’ufficio tecnico di lungomare Paolo Toscanelli per chiedere, tra le altre cose, la trasparenza degli atti relativi al bando dei chioschi. “L’Italia è un paese molto anomalo”, conclude l’insegnante-titolare: “spero di rientrare nelle spese e poi chiuderò”. Così, tra mancata pubblicazione del bando, slittamenti, proteste dei balneari, lavori rinviati e al via,  incendi “misteriosi” e attentati, pizzo e non pizzo, il quadro di Ostia balneare, del  cosiddetto Mare di Roma, ne esce un po’ malconcio. Acqua azzurra acqua chiara? Qui per la verità le acque s’intorbidano.
Maria Grazia Stella