Sicurezza, torna l’ipotesi-ronde

18 aprile 2011 | 04:42
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Sicurezza, torna l’ipotesi-ronde

Giustini: “Troppi episodi di microcriminalità. Non ce la facciamo più”

Il Faro on line – “Ardea vive allo stato brado. Una città senza più una connotazione precisa. Ad Ardea non si vive, si sopravvive”. A parlare è Walter Giustini, portavoce del Comitato civico per la riqualificazione di Tor San Lorenzo. “Dal degrado ambientale, alla mancanza di strutture, alla mancanza di servizi – è scritto in una nota – ma ciò che forse più preoccupa è la mancanza di sicurezza. Nulla è servito elevare da Stazione a Tenenza una delle due locali caserme dei carabinieri. Ci sono quartieri privi di ogni controllo da parte delle forze di Polizia. I cittadini rutuli sono oramai diventati ostaggi della delinquenza e sono costretti a vivere la propria città negli orari prestabiliti per non incorrere in situazioni spiacevoli. Una città dormitorio che non vive è destinata a soccombere ad ogni forma di prevaricazione”.
“Rapine, furti, atti di violenza ad Ardea – prosegue Giustini – sono all’ordine del giorno poiché trovano un contrasto blando ed approssimativo. I carabinieri fanno quello che possono, la Polizia Locale si limita ad operare solo in determinati campi. Non abbiamo notizia di un arresto di un malvivente da parte dei Vigili da tempo oramai immemorabile. D’altronde, sia il loro organico e la loro preparazione nella specifica materia è carente e non gli si può chiedere di più. Nella nostra città chiunque si può permettere di bruciare auto sulla pubblica via, entrare a casa della gente a qualsiasi ora del giorno e della notte con la certezza di rimanere impuniti. La devastazione del territorio è sotto gli occhi di tutti e chi dovrebbe intervenire fa finta che tutto procede per il meglio. Di chi è la colpa? Con chi ce la dobbiamo prendere? I quesiti posti  impongono ad un’attenta riflessione che non troverebbe spazio in queste poche righe. Fatto sta, però, che siamo stanchi di subire, siamo stanchi di vivere da comparse che devono solo ubbidire. Il timore ad uscire di casa è ormai insito in ognuno di noi, perché se si riesce a tornare indenni si devono fare i conti con la casa o l’auto svaligiate. Stiamo pensando seriamente di farci promotori delle “ronde cittadine” – conclude Giustini – con compiti di osservazione, l’unico dubbio che ancora ci frena è: ma se io osservo ed informo le autorità costituite, posso contare sul loro intervento tempestivo?”