Una discarica a cielo aperto in una fabbrica abbandonata

18 aprile 2011 | 15:32
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Una discarica a cielo aperto in una fabbrica abbandonata

Camion sospetti transiterebbero nella struttura durante le ore notturne. Indagini in corso

Il Faro on line – In via delle Camomille una discarica di pneumatici, immondizia varia, bottiglie di plastica, indumenti ed elettrodomestici, sacchi di sostanze strane accatastate. Il tutto accatastato nel piazzale di una vecchia fabbrica posta sotto sequestro dal tribunale per problemi finanziari. La notizia sarebbe di poco conto visto che l’intero territorio in prevalenza è una discarica a cielo aperto con il bene placido di chi anziché provvedere a bonificarle resta insensibile a questi problemi pur stando su terreno con sottostante falde idriche.
Per dovere di cronaca va ricordato come i carabinieri proprio per una discarica in zona demaniale delle Salsare, denunciarono il dirigente pro tempore dell’epoca.  Discariche a cielo aperto sono segnalate nella zona dei settecento ettari delle Salsare, nelle quali sono state scaricate sostanze nocive, o lungo via Pavia, via Modena, via dell’Idrovora, (in questa strada la bonifica è avvenuta chiudendo la strada), all’interno del complesso residenziale delle Salsare, o del complesso nella Nuova California alle Torri. Discariche lungo i fossi bonificati e i siti sono numerose, anche se come dicono dalla task force ambientale della polizia municipale: “I siti sono stati tutti segnalati, li conosciamo tutti”.
“La discarica di via delle Camomille, preoccupa non soltanto i cittadini di Ardea  addirittura quella dell’intera regione”. Come dice il padre di un consigliere comunale eletto nelle liste dell’allora Forza Italia. “Purtroppo – segnala l’attento  genitore – i rifiuti sono accatastati a poche centinaia di metri dai pozzi che mandano acqua in diversi acquedotti e città”.
Gli abitanti della zona, ritengono di sentire verso le due di notte rumori di camion provenienti dal piazzale dello stabilimento, purtroppo sentono soltanto, ma non chiamano nessuno. Intanto sentito l’assessore all’ambiente Nicola Petricca ci ha detto: “Siamo a conoscenza dei rifiuti scaricati nella fabbrica abbandonata e posta sotto sequestro. Non sappiamo che tipo di materiale è, e non è certo che ci sia pericolo per le acque dei pozzi. Del resto – prosegue l’assessore – è stata emessa un’ordinanza alla  curatrice e al custode giudiziario affinché provveda alla bonifica del sito, ma l’hanno impugnata ricorrendo al Tar. Ora attendiamo l’esito del Tribunale.”
Insomma fino a quando il Tar non deciderà ci potrebbe esserci il rischio inquinamento? E quali tempi per la bonifica?
Ancora una volta la burocrazia rischia di avvelenare la popolazione. I cittadini sono convinti che dopo la pubblicizzazione del fatto, ancora una volta saranno il sindaco ed i carabinieri a far risolvere il problema e non è escluso che collabori anche il delegato alla sicurezza sociale Alberto Montesi.
Luigi Centore