Calicchio (Pd): “Piano casa: ecco perché è giusto bocciarlo”

27 ottobre 2011 | 15:59
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Calicchio (Pd): “Piano casa: ecco perché è giusto bocciarlo”

“Si aprirebbe una corsa alla sfruttamento di quelle zone ancora non intaccate dalla cementificazione”

Il Faro on line – “Impianti sportivi, strutture alberghiere e porti turistici, ben 60, in aree vincolate. Cliniche private da trasformare in residence o centri commerciali. Abusi edilizi in zone di riserva e cambi di destinazione spregiudicati. Pratiche di silenzio assenso che equivalgono a placiti ‘ben venga’ a costruire ovunque. Maxi condoni mascherati che con gli ampliamenti delle abitazioni private centrano assai poco. E c’è ancora chi si scandalizza? Chi parla di ostilità verso la Regione Lazio? La verità è una: questo piano casa è una schifezza. Uno schiaffo alle regole. Una legge creata per regalare la Regione agli speculatori”.

E’ l’intervento politico del consigliere del Pd, Paolo Calicchio che si domanda quali possano essere le eventuali ricadute sul comune di Fiumicino. “Con la deroga al piano territoriale paesaggistico regionale e la norma del silenzio assenso da applicare anche agli interventi in zona di riserva, si aprirebbe una nuova stagione di deturpazione. Di corsa alla sfruttamento selvaggio di quelle zone ancora non intaccate dalla cementificazione selvaggia. Come la via Portuense, al centro di delibere di lottizzazione generica votate dalla maggioranza che aprono le porte ad alberghi, residence, centri sportivi e commerciali su aree archeologiche di alto pregio”. 

“E la riserva statale? Basterebbe un semplice progetto per aggirarla. Una normalissima richieste di cambio di destinazione d’uso per trasformare manufatti in ogni zona del nostro comune in centro commerciali e altro. Un condono implicito acuito dalla carenza di agenti di polizia locale, dirigenti e funzionari impiegati a verificare la regolarità dei manufatti realizzati e della loro aderenza al progetto originario. E intanto rimaniamo ancora in attesa di quei 4 mila condoni, resti delle campagne elettorali sciagurate in onda dal 2003 in poi”.

“Oltre alla onorabilità e credibilità della governatrice e della sua giunta che come quella locale prima si è dimessa per poi rimangiarsi tutto in 24 ore, alla dimostrazione di incompetenza del centrodestra regionale, c’è molto di più. Quello di Galan è stato un tentativo di salvare il salvabile. Ora la palla passa alla Consulta. Attendiamo la sua decisione fra tre mesi e speriamo che qualcosa accada”.