Litorale, sequestrati dieci chili di cocaina

15 dicembre 2011 | 00:07
Share0
Litorale, sequestrati dieci chili di cocaina

Nel mirino della Finanza un’organizzazione ramificata tra Torvaianica, Tor San Lorenzo, Pomezia, Ostia, Acilia e Vitinia

Il Faro on line – Il sequestro di oltre 10 chili di cocaina e di 2 auto di grossa cilindrata, l’arresto in flagranza (nel corso dell’inchiesta) di 7 persone, l’esecuzione nelle ultime ore di 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti. E’ il bilancio dell’operazione ribattezzata ‘Balcani drug’, epilogo di oltre 2 anni di indagini della compagnia di Pomezia della Guardia di Finanza coordinata dalla Dda di Roma.
Nel mirino una vasta organizzazione criminale – composta da albanesi, romeni e italiani – che nel tempo era riuscita a ritagliarsi un ruolo predominante nel traffico e nello spaccio di stupefacenti su tutto il litorale romano, in particolare nelle zone di Torvaianica, Tor San Lorenzo, Pomezia, Ostia, Acilia e Vitinia. “A capo dell’organizzazione – ha spiegato in una conferenza stampa il capitano Paolo Lauretti, comandante della compagnia di Pomezia – che riusciva a spacciare la cocaina in modo capillare sul territorio grazie a un’efficientissima rete di pusher, c’erano due pregiudicati albanesi: il grosso degli incassi finiva direttamente nei loro paesi d’origine dove, soprattutto nella zona intorno a Tirana, i due erano riusciti ad accumulare con il tempo un’autentica fortuna, in alberghi, residence turistici e appartamenti”.
I due, da anni nel nostro paese – uno residente a Pomezia, l’altro nella capitale – avevano acquisito la cittadinanza sposando due romane, impiegate anch’esse come spacciatrici. “L’indagine – ha sottolineato il colonnello Alessandro Barbera, comandante del gruppo di Ostia – e’ partita nel modo piu’ classico, da informazioni acquisite sul territorio, e grazie anche al ricorso a sofisticati sistemi di posizionamento e di localizzazione di apparati telefonici, ci ha permesso di delineare il modus operandi del gruppo e i canali di approvvigionamento”. L’organizzazione si riforniva all’estero (Olanda e Spagna) e nel nord Italia (soprattutto Milano e Prato): la cocaina viaggiava in auto e quando i corrieri partivano per le trasferte di lavoro lasciavano a casa i cellulari per evitare di lasciar tracce. Alcuni elementi della banda (sette gli italiani) erano disoccupati, mentre altri erano lavoratori dipendenti o titolari di piccole imprese meccaniche ed edili.