“Interporto, pronti a cercare un nuovo gestore”

10 febbraio 2012 | 12:00
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“Interporto, pronti a cercare un nuovo gestore”

Moscherini ai Sindacati: “La tutela dei lavoratori è prioritaria”

Il Faro on line – Si è svolto nella serata di martedì a Palazzo del Pincio l’incontro convocato dal Sindaco Moscherini con i Sindacati confederali e con le rappresentanze sindacali aziendali della ICPL Spa, la società che gestisce l’interporto. L’incontro, nel corso del quale si è registrato un clima particolarmente collaborativo è stato l’occasione per il primo cittadino per spiegare ai rappresentanti dei lavoratori la vera storia delle attuali difficoltà che sta vivendo la società (tra le tre principali problematiche evidenziategli dall’ex commissario Iurato all’atto del passaggio di consegne) e del clima di scontro che oggi si registra tra l’impresa ed il Comune. In particolare il primo cittadino si è soffermato sui rilievi mossi a suo tempo dalla Corte dei Conti e sul lavoro svolto dalla cosiddetta “commissione Capalbo”, istituita proprio su invito della magistratura contabile al fine di porre rimedio agli ingiustificati vantaggi garantiti alla parte privata a scapito di quella pubblica.

“Infatti la commissione, nominata nell’aprile del 2007 dall’allora Commissario Straordinario Di Caprio – ha detto il Sindaco – ha concluso il suo lavoro nell’aprile del 2010 con una relazione nella quale spiegava di non riuscire a giustificare e collocare contabilmente circa 12 milioni di euro, che la società affermava di aver investito e che sono dunque parte integrante del project financing. Quelle cifre andavano recuperate, perché non solo della società facevano e fanno parte enti pubblici (il Comune di Civitavecchia e la Regione, attraverso Sviluppo Lazio), ma la stessa impresa era anche destinataria di finanziamenti pubblici. Peraltro proprio la Corte dei Conti suggerì di bloccare l’ultima tranche di fondi CIPE, circa 7 milioni, fino al chiarimento definitivo della vicenda.”

Il Sindaco ha poi proseguito spiegando come proprio su sua indicazione la Commissione Capalbo, gli uffici comunali e la stessa ICPL abbiano lavorato ad un recupero delle somme mancanti attraverso una riduzione della durata della concessione, proprio per non causare all’azienda un danno economico, che si sarebbe inevitabilmente abbattuto sui livelli occupazionali, il tutto mentre il Cda si riduceva i compensi fino a soli 100 euro, una cifra simbolica, a dispetto di quelle fantasiose fatte circolare da alcuni esponenti dell’opposizione.

“Ma proprio quando il Consiglio ha approvato la delibera per sancire la riduzione della concessione – ha spiegato Moscherini – l’impresa ha presentato un ricorso al TAR. Noi naturalmente ci siamo opposti, avendo la ragione dalla parte nostra, tanto che, non appena lette le motivazioni della nostra opposizione, l’impresa ha immediatamente ritirato il ricorso e proposto invece un’assurda causa al Tribunale di Civitavecchia per il risarcimento dell’intero importo del project, dopo che io avevo già rassegnato le dimissioni dal Cda.” Il Sindaco ha poi parlato anche dell’ingresso dell’armatore Aponte nel capitale della società, benedetto dall’ex presidente Ciani, perché ritenuto una garanzia del suo impegno nello sviluppo del settore container.

“Io espressi le mie riserve anche in comitato portuale, ritenendo insufficienti i piani di sviluppo proposti dall’armatore (150.000 teus in 10 anni a fronte dei 500.000 potenziali), soprattutto in relazione alle esigenze dell’interporto, del quale il suo gruppo era socio. Nessuno pensi che la sua presenza nel capitale della ICPL sia risolutivo, perché la sua decisione di non partecipare ad ulteriori nuove ricapitalizzazioni della società la dice lunga sulle sue reali intenzioni, che sono quelle di avere tutto al minor prezzo possibile, magari anche lasciando fallire la società.” Interrogato dai sindacati sulle questioni occupazionali, il primo cittadino ha poi sottolineato come il lavoro non possa essere garantito senza traffici e che la società non può continuare a pagare 50 stipendi al mese senza avere commesse, rimettendoci, come successo finora 3 milioni di euro all’anno. L’azienda infatti, secondo il Sindaco, sarebbe prossima alla consegna dei libri in tribunale, facendo quindi svanire definitivamente la speranza di un futuro occupazionale per i dipendenti oggi impiegati e per i 23 messi in mobilità dal 1 gennaio.

“Inoltre – ha aggiunto – non credo all’esistenza di un ventilato nuovo cliente, che consentirebbe altre 100-120 assunzioni.” In merito alla revoca della concessione, Moscherini ha tenuto a precisare di aver posto rimedio ad una grossa lacuna delle precedenti amministrazioni, concludendo solo nei mesi scorsi l’acquisto delle aree dell’interporto dall’ENI, mai completato, un vizio questo che avrebbe comportato conseguenze inimmaginabili per il Comune. “Le aree quindi sono ora interamente nostre – ha precisato – ed intendiamo gestirle nel miglior modo possibile, essendo l’interporto a tutti gli effetti un’opera pubblica. Sia chiaro che non abbiamo nulla in contrario alla prosecuzione del rapporto con ICPL e siamo anche disposti a rivedere la revoca della concessione, ma solo a patto che la società accetti la riduzione della durata come richiesto dalla Corte dei Conti e che rinunci alla causa contro il Comune. In caso contrario procederemo alla revoca e ci metteremo alla ricerca di un nuovo soggetto gestore proprio per garantire i livelli occupazionali, affidando se necessario alla stessa ICPL la gestione nelle more dell’espletamento delle procedure di gara. Il Pincio – ha concluso il Sindaco – resta dunque in attesa delle risultanze della mediazione intavolata con la società e solo una volta sciolto questo nodo sarà possibile assumere decisioni in merito ai lavoratori, la cui tutela è un’assoluta priorità”.