Emma trionfa a Sanremo 2012 con “Non è l’inferno”

19 febbraio 2012 | 01:28
Share0
Emma trionfa a Sanremo 2012 con “Non è l’inferno”

Seconda classificata Arisa. Terza Noemi. Celentano scatena le “solite” polemiche

Il Faro on line – Emma con il brano ‘Non è l’inferno’ è la vincitrice della 62ma edizione del Festival di Sanremo. Al Secondo posto Arisa con il brano ‘La Notte’ e al terzo Noemi con ‘Sono solo parole’. Emma Marrone si è commossa alla notizia e si è detta contenta della vittoria e di condividere il podio con Arisa e Noemi che sono le sue «artiste preferite». Con «Un pallone» Samuele Bersani ha vinto il Premio della critica intitolato a Mia Martini, sezione Artisti.

La dedica

EmmaMarrone, ancora emnozionata nel dopo-Festival, ha dedicato la vittoria al cugino Leandro, scomparso lo scorso settembre in un incidente stradale

Celentano e le polemiche

Non si scusa con la Chiesa, ma rilancia. Lamenta che la «corporazione dei media» si è «coalizzata» contro di lui. Sottolinea che le sue frasi sull’Avvenire e Famiglia Cristiana («andrebbero chiusi definitivamente») sono state ‘estrapolate dal contesto’ e ne precisa il senso, quello «che i vescovi hanno fatto finta di non capire»: piuttosto che parlare del Paradiso, certe testate cattoliche «parlano di politica, della politica del mondo anzichè di Dio». Il pubblico dell’Ariston si divide, tra qualche applauso e forti fischi e contestazioni, che interrompono a più riprese il discorso di Celentano: ‘Basta!’, ‘Predicatore!’. «Canta!» E si spacca anche il vertice Rai: ambienti dell’azienda parlano subito di discorso «corretto e attento», il presidente Paolo Garimberti critica le teleprediche «fuori contesto» e le cadute di stile.

Sono le 22.40 quando Celentano entra in scena tra gli applausi, cantando Thirteen women. Poi attacca, tornando sul suo sermone-bomba di martedì scorso: «La corporazione dei media si è coalizzata in massa contro di me, neanche se avessi fatto attentato allo Stato». Ringraziando «don Mario», il prete che lo ha difeso alla ‘Vita in direttà, critica Marco Travaglio, discetta sull’importanza di cercare il Paradiso e rilancia: «Su questi temi dovrebbe basarsi un giornale che ha la presunzione di chiamarsi Famiglia cristiana o l’Avvenire. Ma loro parlano di politica, della politica del mondo anzichè di Dio». Perciò, dice interrotto dai fischi che accoglie quasi con stupore, «quando dico che andrebbero chiusi definitivamente, ho detto andrebbero, non significa esercitare una forma di censura. Se i giornali fossero miei io non li chiuderei, ma cambierei la loro impostazione. Siamo in democrazia, ho espresso un mio desiderio: potete anche stare aperti, ma almeno cambiate la testata». E poi, rivolto al pubblico: «Adesso potete anche fischiare».  La tensione sembra stemperarsi quando Celentano canta La Cumbia di chi cambia di Lorenzo Jovanotti, accennando qualche ‘molleggiò, e soprattutto quando duetta con Gianni Morandi sulle note di ‘Ti penso e cambia il mondo’, che emoziona visibilmente il conduttore del festival. «Adriano, grazie, è stato bello», gli dice Morandi. «Anche per me», gli fa eco Celentano, prima di uscire di scena. Poco meno di mezz’ora di intervento, come da accordi.

Nettamente diverse le reazioni al vertice della Rai, che aspettava l’ex Molleggiato ‘al varco’, pronto a valutare le possibili violazioni al Codice etico. Se ambienti dell’azienda fanno sapere che Celentano «ha fatto il suo lavoro in modo corretto e attento» ed esprimono «soddisfazione per il suo discorso, vicino agli uomini, alle donne, alla realtà: è stato bello ascoltarlo», il presidente stigmatizza l’intervento. Paolo Garimberti giudica «di cattivo gusto il fatto che Celentano sia tornato ad attaccare i giornali cattolici, totalmente fuori contesto le teleprediche e il modo in cui sono stati toccati argomenti alti che andrebbero toccati in diverso contesto e con ben altro livello  intellettuale».  «Per fortuna Sanremo è finito», commenta il segretario della Fnsi Franco Siddi. «L’unica cosa positiva è che nessuno abbia impedito la libertà di parola» di Celentano. «Sul diritto ad esistere dei due giornali cattolici, Famiglia Cristiana e Avvenire, non sarà lui a farci cambiare opinione e penso che gli italiani ora sono più avvertiti». Per Dino Boffo, direttore di Tv2000, le parole di Celentano sono «un falso in atto pubblico. Non si può mistificare la realtà».

A fine serata non manca uno scontro vis-a-vis tra Claudia Mori e il consigliere Rai Antonio Verro, all’uscita dall’Ariston. «Complimenti per la buffonata», attacca la moglie dell’ex Molleggiato, riferendosi ai fischi e alle contestazioni in teatro. A Verro la solidarietà di Garimberti, che definisce «inqualificabile e inaccettabile» il comportamento della Mori.

“Non si prendono in giro milioni di persone, non si puo’ pensare di riuscirci, neanche se si canta bene, si ottiene ‘carta bianca’ dalla Rai. Peccato.  Davvero peccato”. Lo scrive il direttore di Avvenire Marco Tarquinio in risposta alle parole di Celentano a Sanremo.  “Caro Celentano – spiega Tarquinio – la delusione resta e s’aggrava. E come s’e’ capito ieri sera in diretta tv non e’ solo nostra”. Secondo il giornale della Cei, “cancellare uno schiaffo in faccia alla verita’ e’ difficile. Ed e’ difficile chiedere scusa a se stesso prima che a chiunque altro (nessuno di noi lo aveva preteso) allungando incredibilmente la lista dei presi di mira. Difficile, quasi, come gridare, sperando di essere creduto, che Avvenire e Famiglia Cristiana sono fatti da giornalisti che non si curano di Dio e distolgono lo sguardo dalla vita e della morte degli uomini e delle donne del nostro tempo (lui dov’era quando Avvenire chiedeva alla Rai di far parlare quelli che lottano la vita e si misurano col dolore e la morte?)”. “Ma probabilmente – continua il corsivo – e’ ancora piu’ difficile pensare di poter sostituire un indicativo condito di imperiosa malizia (‘Avvenire e Famiglia Cristiana devono chiudere definitivamente’) con un condizionale ingeneroso e furbetto (‘andrebbero chiusi se…’)”.
Perla Tegofenti